Europa League, Siviglia: un'armata alla caccia del bis

Unay Emery guida una squadra compatta e ricca di talento: gli andalusi hanno raggiunto la loro seconda finale europa consecutiva. Andiamo a scoprire e analizzare l'organico dei campioni in carica.

Europa League, Siviglia: un'armata alla caccia del bis
Europa League, Siviglia: un'armata alla caccia del bis
giodusi
Di Giorgio Dusi

Cambiano gli addendi, ma il risultato resta uguale: l'aritmetica al contrario la teorizza il Siviglia, che con una squadra parecchio rinnovata rispetto allo scorso anno ha comunque raggiunto la finale di Europa League. Diversi protagonisti ed epilogo simile, con un punto in comune che spicca sugli altri: Unai Emery. Tattico, condottiero e probabilmente vero uomo in più degli andalusi, che hanno disputato un campionato di altissimo livello chiudendo con 76 punti, ma fermandosi al quinto posto, risultato non sufficiente per qualificarsi in Champions. Tra i maggiori campionati è record: media di due punti a partita e non-qualificazione alla massima competizione europea.

Un'amarezza solo parziale, visto che comunque più di così era difficile fare, anche perchè il Siviglia ha chiuso la stagione a "soli" 18 punti dalla capolista Barcellona, migliorando nettamente i risultati ottenuti negli ultimi cinque anni: -27, -50, -50, -38, -26 i distacchi dalla vincitrice del campionato. Nella stagione 2008/09 andò meglio, furono solo 17 i punti di svantaggio, 70 nel complesso. Insomma, una stagione comunque più che dignitosa anche se chiusa al quinto posto, perchè quelle davanti sono di un altro pianeta, Barcellona e Real in primis. Il Valencia ha avuto il "vantaggio" di non fare troppa strada nelle coppe e di chiudere al quarto posto (un solo punto sopra gli andalusi), mentre l'Atletico è oramai una realtà consolidata ad alto livello Europeo. Ora però ci vuole la ciliegina sulla torta: la vittoria in Europa League.

Unai Emery

Uno dei tanti segreti della squadra di Emery è senza dubbio una rosa lunga e ricca di alternative per il 4-2-3-1 di base del tecnico ex Valencia e Spartak Mosca, che difficilmente si allontana dal suo sistema di gioco consolidato e ben oliato. I giocatori conoscono a memoria i movimenti da fare, ed è anche per questa ragione che in tanti ruoli chiave alcuni uomini fanno fatica ad ambientarsi da subito.

Se diamo un'occhiata all'organico del Siviglia analizzandolo ruolo per ruolo, si nota come per ogni posizione ci siano almeno due titolari per ogni ruolo, a partire dalla porta: da una parte l'esperienza di Beto, titolare di base e uomo d'esperienza, dall'altra la gioventù e il gran potenziale di Sergio Rico, che ha approfittato dei problemi alla spalla del collega per mettere in mostra il suo potenziale e dimostrarsi affidabile. Due stili simili, entrambi molto reattivi e in un certo senso spericolati, un po' meno razionali della norma, ma entrambi comunque affidabili.

Sergio Rico e Beto

L'unico sicuro assente della finale sarà un pilastro difensivo come Nico Pareja, alle prese con la rottura del collaterale del ginocchio già da qualche settimana: per lui stagione finita ed estate da incubo. L'argentino è un fedelissimo di Emery, che se lo è portato da Mosca a Siviglia. Nessun problema però, perchè la coppia difensiva composta da Daniel Carriço e Timothée Kolodziejczak (per gli amici Kolo) garantisce affidabilità, velocità e tecnica. Il primo, utilizzabile anche da mediano, è alla sua seconda stagione ed è diventato un giocatore completo, dopo un'esperienza poco positiva al Reading, mentre il secondo è in progressiva crescita: l'inizio era stato complicato, ma dopo tanta panchina anche il francese, nato terzino sinistro, ha cominciato a trovare le misure in campo. Garanzie anche da Arribas, che però ha visto meno il campo, chiuso dagli altri tre.

Un ruolo chiave nello scacchiere di Emery lo giocano i terzini, che devono garantire spinta continua e sovrapposizioni, per permettere agli esterni di accentrarsi. In questo senso il tecnico ha solo responsi positivi, a partire da un Coke che si è guadagnato anche i gradi di capitano in diverse occasioni, ovvero quando sulla sinistra, fascia opposta alla sua, non agisce Fernando Navarro, la bandiera del club, utilizzata spesso in stagione viste le difficoltà di Tremoulinas, che ha passato un periodo difficile alle prese con l'angina pectoris. Il francese è il vero titolare, ma in certe partite è difficile rinunciare all'esperienza del primo Capitano, anche se non dovrebbe essere il caso della finale, viste le garanzie che da l'ex Bordeaux. Stagione in netta crescita anche per il giovane Diogo Figueiras, che si è guadagnato diverse volte la maglia da titolare, a dimostrazione dei miglioramenti sotto il profilo tattico.

A proposito di tattica è difficile non citare il perno del centrocampo andaluso: Grzegorz Krychowiak. Il polacco classe 1990 ha compiuto il definitivo salto di qualità in estate, lasciando il Reims per trasferirsi in un club di maggiore prestigio, e mai scelta fu più azzeccata: rapporto idilliaco con la squadra e la tifoseria per la grinta che mette in campo, capacità di recuperare palloni e bilanciare la squadra. Unica pecca le troppe ammonizioni, 13 solo in campionato, ma ci si può lavorare su. Krychowiak è la spalla perfetta che ogni regista vorrebbe avere, uno su tutti Vicente Iborra, che sa di potere spingersi più avanti sapendo che dietro di lui c'è il polacco a ripiegare e dare copertura, e i 9 gol stagionali lo dimostrano.

In realtà il più felice di poter giocare vicino a Krychowiak è però un argentino, arrivato a Siviglia in cerca di un riscatto che sembra finalmente aver trovato. Ever Banega, l'ex gioiellino che nell'estate 2008 il Valencia pagò 18 milioni (prelevandolo dal Boca), ha un po' tradito le aspettative al di qua dell'oceano, specialmente negli ultimi anni, ed in estate il Siviglia ha investito su di lui 2 milioni e mezzo di Euro. Una cifra quasi ridicola per un giocatore del suo calibro, che dopo un inizio un po' in sordina si è preso il centrocampo degli andalusi, rappresentandone il faro e cercando di far dimenticare Rakitic. Minutaggio ridotto invece per Stephane M'Bia, eroe della scorsa edizione di Europa League: il francese si è comunque ritagliato spazi importanti e ha trovato anche il tempo di mettere a referto 7 gol. Una menzione va anche al giovane Sebastian Cristoforo, sfortunatissimo uruguagio alle prese con un ginocchio decisamente fastidioso da oltre un anno.

Non è invece il caso di parlare di sfortuna per una stella che era attesa all'esplosione, cioè Gerard Deulofeu: il classe '94 di proprietà del Barcellona aveva scelto Siviglia in estate per crescere e arrivare alla completa maturazione dopo i progressi dell'anno scorso con l'Everton, ma il risultato è stato decisamente lontano dalle attese, a dispetto di quanto dicano i sui numeri (3 gol e 10 assist). Emery gli ha dato fiducia all'inizio, per poi fargli giocare solamente 28 minuti nelle ultime 20 partite. Discorso diverso per un altro canterano blaugrana in prestito, e non solo perchè nel caso di Denis Suarez sono due gli anni che passerà in Andalusia prima di tornare alla casa madre: le aspettative su di lui erano minori, ma si è rivelato un giocatore con un potenziale incredibile, capace di giocare quasi ovunque sulla trequarti e in grado di saltare l'uomo con facilità disarmante. Tanti colpi, solo da affinare.

Meno talento, ma tanta grinta in più invece per i due veri titolari sulle fasce del Siviglia, Aleix Vidal e Vitolo. Il primo, ex Almeria, può giocare anche da terzino destro, anche se la sua fase difensiva è rivedibile: rende sicuramente molto meglio in zona offensiva, così come il suo collega dall'altra parte. Velocità, lavoro e disciplina tattica: difficilmente Emery li lascia fuori. Certo, è ancora più difficile non mandare in campo uno come Josè Antonio Reyes, che non vuole cominciare assolutamente la sua fase calante e in campo gioca ancora con la stessa classe che aveva convinto Arsenal e Real Madrid a puntare su di lui in tenera età. Avrebbe probabilmente potuto fare una carriera a livelli ancora più alti, ora però è tornato a casa per giocare nella società in cui è cresciuto.

La vera stella della squadra gioca però in attacco, è colombiano e ha su di se gli occhi di tre quarti d'Europa, big comprese: Carlos Bacca ha stregato tutti, e il Siviglia in estate probabilmente potrebbe non resistere alle lusinghe soprattutto delle grandi inglesi. Attaccante completo, che gioca per la squadra e segna con facilità disarmante in tutti i possibili modi, e non è un caso che nelle 58 partite stagionali solo 4 volte non abbia messo piede in campo. Il bilancio stagionale ammonta a 26 gol (uno ogni 134 minuti) e 9 assist, a dimostrazione che il colombiano non è solamente un realizzatore, ma un centravanti a tutto tondo, capace di coinvolgere i compagni. All'occorrenza potrebbe giocare anche da ala, ma Emery lo vede solo come prima punta, e i fatti dan ragione a lui.

A Bacca si è alternato un altro attaccante di ottimo livello come Kevin Gameiro, che ha però meno caratteristiche di realizzatore puro e spesso se l'è dovuta cavare solo giocando ritagli di partita, anche se è stato importante nell'economia di squadra. Discorso diverso per Iago Aspas, arrivato in prestito dal Liverpool e che il campo l'ha visto davvero poco, nonostante la sua duttilità.

Carlos Bacca

La profondità è un pregio solo se la si sa sfruttare però, altrimenti si rischia di avere giocatori scontenti in casa. Qui sta la bravura di Emery, capace di dare il giusto spazio a tutti cercando di capire il momento giusto per fare turnover, senza mai essere massiccio nelle rotazioni, trovando una chimica e un affiatamento di squadra che non riguarda solamente undici uomini, ma tutta la rosa. Una rosa lunga e ricca di qualità, in mano a un allenatore che la sa gestire: questo il segreto del Siviglia, arrivato a giocarsi la seconda finale di Europa League consecutiva, con un solo obiettivo: la doppietta.