Qualche difficoltà, qualche apprensione di troppo ma la Lazio si porta a casa tre gol e tre punti dall'impegno di Europa League che la vedeva frapposta alla piccola grande di Francia Saint-Etienne. La squadra di Pioli vince 3-2, in rimonta, grazie alla doppia espulsione che costringe gli avversari in 10 dal 33° ed in nove dal 77°.

Il racconto del primo tempo non può non prescindere dalle formazioni che Pioli e Galtier schierano. La Lazio mette in campo un 4-2-3-1 che vede in Stefano Mauri il cosiddetto falso nueve (panchina per Matri) e Keita Baldé, Milinkovic-Savic e Felipe Anderson (da sx verso dx) la linea alle sue spalle. In regia Biglia con Onazi, con dispiacere per Cataldi. Insomma, Pioli una volta trovata una mezza-formula decente decide di non buttarla né tantomeno di sostituire i suoi interpreti. Dall'altra parte Galtier disegna anch'egli un 4-2-3-1, con Corgnet fra le linee, Hamouma e Roux larghi, Beric di punta.

L'equilibrio regalato dagli schieramenti a specchio è però ben presto rotto. Il Saint-Etienne va in vantaggio, meritatamente, dopo 5 minuti. Come in alcune trame di gioco precedenti anche sul primo calcio piazzato la difesa laziale è distratta e molle. Biglia il principale colpevole, reo di non allontanare la sfera che transiterà addirittura fino all'area piccola, dove Bayal Sall trova il tap-in di . La Lazio ha immediatamente l'occasione per riscattare le streghe iniziali ma Ruffier è strepitoso a scrostare dalla linea di porta un pallone che era praticamente già rotolato in rete, su colpo di testa di Hoedt. Un'occasione che non deve ingannare: è ancora la squadra seconda in Ligue 1 la vera padrona del campo. Baricentro alto, pressing medio e buona copertura delle linee di passaggio centrali, con Biglia che non riesce a fare mai ciò che vorrebbe: ricevere ed azionare i suoi fantasisti. Stefano Mauri davanti soffre in quella posizione. E la difesa rimane rivedibile: al 13°, sul secondo angolo dei bianco-verdi, traversa di Roux che sfrutta una torre involontaria proprio di Mauri e cercandone un'altra colpisce il legno.

E' la goccia che fa traboccare il vaso: Pioli chiama il passaggio al 4-3-3, Milinkovic-Savic si abbassa a mezzala e può, in fase difensiva fare più filtro lì dove Biglia ed Onazi sono sembrati in affanno, ed in fase offensiva creare superiorità in mezzo. Il regista argentino così torna anche a vedere qualche linea di passaggio sguarnita e comincia a dettare calcio. D'altra parte può sgommare Onazi, che già da qualche minuto aveva accennato a cavalcate centrali. Al 21° confermata la bontà del cambio tattico di Pioli: Onazi fa partire l'azione con un filtrante per Felipe Anderson. Il brasiliano, fino ad allora positivo, punta l'avversario e mette in mezzo, dove Mauri o fa un velo volontario oppure incespica in un liscio. Ciò che conta è che la palla giunge a quell'Onazi che, sgravato di compiti difensivi, si era inserito. Stop di petto e gol dell'1-1.

Un altro break centrale del nigeriano, che stavolta va a raccogliere un passaggio di Keita Baldé, indirizzato a Mauri, è la prova che la gara è cambiata. A complicare le cose per un Saint-Etienne sorpreso l'esagerata espulsione che l'arbitro Özkahya commina a Beric, per una gomitata che a Mauricio rompe il naso ma che dal replay sembra tutto fuorché volontaria. L'attaccante, arrivato dal Rapid Vienna in estate, protesta senza esagerare, eppure ne avrebbe di motivi per farlo. L'impressione è che l'arbitro, che inizialmente non aveva nemmeno fischiato il fallo, si sia fatto impressionare dal sangue sul volto del difensore laziale. Il Saint-Etienne senza la sua punta passa al 4-4-1, spostando Roux nella posizione di centravanti, allargando Corgnet a sinistra e mantenendo Hamouma a destra. La Lazio e Biglia hanno più spazi, le discese di Keita Baldé e Felipe Anderson adesso mettono in difficoltà gli avversari. Eppure il St.Etienne c'è. Galtier ha costuito una signora squadra: i suoi vanno vicini al clamoroso 2-1 al 39° (Hamouma taglia benissimo nello spazio liberato da Roux, Hoedt se lo dimentica ma è furbo a fargli perdere equilibrio nel momento del tiro in spaccata) ed al 45°, con Basta ancora fra le nuvole. L'occasione più grossa sul finire del primo tempo però ce l'ha la Lazio: lancio Pirlesco di Biglia, che si gode il non-pressing avversario lanciando per il solito inserimento senza palla di Mauri. Il capitano dei biancocelesti prova la volée con un coordinamento molto buono. Nessun avversario lo aveva seguito ma la palla finisce alta di poco.

La seconda frazione si apre senza cambi (eccezion fatta per l'avvidendamento fra il sanguinante Mauricio e Gentiletti), seppure durante l'intervallo si fosse caldeggiato l'ingresso di Matri, affinché la Lazio potesse trovare il vantaggio. Vantaggio che arriva comunque, Matri o non. Segna Wesley Hoedt, al primo gol in maglia bianconceleste. L'olandesino è pronto a raccogliere la palla vagante che un Ruffier che come al solito in campo vive di eccessi aveva prodotto precipitando sul compagno Bayal Sall in occasione di un altro piazzato. Hoedt alza la gamba e con l'esterno mette la sfera dentro la porta. La Lazio che ha trovato il vantaggio comincia a gestire, segnali non buoni. Il Saint-Etienne ne approfitta, passando al 4-3-2 con gli ingressi di Diomandé per Corgnet (Lemoine - Pajot - Diomandé mediani) e di Bahebeck, che va a fare la punta con Roux, per Hamouma. E' proprio il giocatore in prestito dal PSG a ricordare alla Lazio che le antenne devono restare drizzate per 90 minuti: Berisha para bene.

Pioli, in equilibro precario, inserisce forze fresche: Cataldi per Onazi, poco prima Matri per Mauri. Galtier aggiunge pericolosità davanti con un'altra freccia nera: Monnet-Paquet. Ma poco dopo arriva il tramonto della sfida: Bayal Sall è costretto a salire eccessivamente sulla transizione difensiva per fermare Felipe Anderson. E' fallo, per lui secondo giallo e gara finita. Altre praterie a disposizione degli affamati Felipe Anderson e Keita, argini rotti. A cavalli scappati arriva il 3-1 della Lazio, con il solito Biglia che trova anche oggi tempo di andarla a mettere dentro. Galtier si siede in panchina, prende appunti pacato e senza più mordente. Quello ce lo mettono i suoi, in particolare Monnet-Paquet. La Lazio non è matura e lo conferma anche qui: il giocatore ex Lens va a contendere per vie aeree un lancio lungo, perde il contatto visivo con la sfera il suo marcatore, Berisha accenna un'uscita e quando la palla scende sul piede di KMP un pallonetto precisissimo gonfia la rete.

Panico nella Lazio, che comincia a pensare a tutti quei contropiedi che i suoi uomini dal calcio bailado hanno sprecato. Pajot va davvero ad un passo dall'impensabile 3-3, altrettanto fa Matri dall'altra parte. Evitati i processi, la Lazio chiude con il freno a mano tirato, impaurita. Sull'altro campo Dnipro batte Rosenborg 0-1 con rete dell'implacabile Seleznyov: è la squadra ucraina a far compagnia alla Lazio in vetta al Girone G.