La prima di Antonio, senza Mario. Un messaggio, non una bocciatura. Conte si siede sulla panchina dell'Italia e idealmente chiama Balotelli. Non per scendere in campo. Non ci sarà il bad boy contro Olanda, amichevole, e Norvegia, prima gara di qualificazione agli Europei. Osserverà da lontano il nuovo progetto dell'ex tecnico della Juve. Conte sa che molto del futuro azzurro dipende da Mario, non quello recente però. Da un Mario diverso, maturo. Antonio è l'ultimo appiglio di un eterno ragazzo, abbagliato dalla ribalta e restio a crescere. 

Senza Balotelli, spazio ad altri. El Shaarawy ad esempio, che per la maglia ha lottato sempre, prima di perdersi in dubbi e infortuni. Con Inzaghi è il vecchio El Shaarawy e allora porte aperte, come per Osvaldo, rientrato in Italia dopo pochi mesi in suolo inglese. C'è anche Destro, ancora alla Roma, aldilà di trattative e idee. 

Resiste Ciro Immobile. La continuità con il sistema Prandelli è rappresentata dallo scugnizzo partito alla conquista di Dortmund. Al suo fianco la novità Zaza, mentre in mediana c'è il rientro di Giaccherini. Un fedelissimo di Prandelli, abbandonato prima del Brasile. 

Volti nuovi anche nel reparto arretrato. Conte da fiducia a Ranocchia, suo pupillo da tempo. Rientra anche Astori. 

I convocati:

Portieri: Buffon, Padelli, Perin e Sirigu

Difensori: Astori, Bonucci, Chiellini, De Sciglio, Paletta e Ranocchia

Centrocampisti: Candreva, Darmian, De Rossi, Florenzi, Giaccherini, Maggio, Marchisio, Parolo, Pasqual, Poli, Verratti

Attaccanti: Destro, El Shaarawy, Giovinco, Immobile, Osvaldo e Zaza.