L'hanno preso in giro e sottovalutato e lui si prende le rivincite contro i detrattori. Andrea Stramaccioni è il vero vincitore di questa sera. Una sera in cui l'Udinese si conferma nota dolce e spensierata di questa Serie A 2014/15 battendo una sfortunata Lazio per 0-1. In rete va Thereau ma a convincere è lo spirito di gruppo e la voglia di sacrificarsi di un nucleo giovane che da poco ha cambiato abitudini passando al 4-3-e poi vediamo per dirla alla Allegri. I bianconeri sorridono e si issano al terzo posto della classifica con 9 punti. Tre vittorie raccolte in quattro gare (unica battuta d'arresto la Juventus e ci può stare), tre gare su quattro senza prendere gol, sconfitte Lazio e Napoli. Hai capito Strama? La Lazio ancora invece non c'è: terza sconfitta in quattro gare. L'attacco raccoglie poco in rapporto a quanto costruito ma l'attenutante delle assenze (de Vrij, Gentiletti, Biglia più Lulic in panchina) si fa sentire.

Nel primo tempo è l'Udinese a prevalere fra le due squadre. Il passaggio dalla difesa a 3 ad una linea a 4 - con un centrocampista in più rispetto al centrale difensivo sinistro (di regola sarebbe Domizzi ma è rotto. Quindi Bubnjic, ma non dà garanzie) - sembra agevolare la fase di non possesso dei friulani che diventano letali nel chiudere gli spazi e ripartire. Dopo una prima metà di frazione passata a studiare la Lazio , l'Udinese comincia a mostrare gli artigli al 22° quando Muriel si scontra con Marchetti. Il portiere crolla, il colombiano riesce a rimanere in piedi e - con Rocchi che non fischia - calcia verso la porta vuota. Salva Novaretti, che insieme a Cana sostituiscono lo squalificato de Vrij e l'infortunato Gentiletti, sulla linea.

Il contatto fra Muriel e Marchetti

Poco dopo il vantaggio della squadra di Stramaccioni: Muriel, sgravato dal dogma Guidoliniano, sembra più sciolto e danza dolce sulla trequarti portandosi dietro qualche difensore, arretrando verso il centrocampo. Luis libera Badu che allarga per Widmer. Il prossimo Lichtsteiner mette in mezzo dove Thereau prende in mezzo i due centrali avversari e mette dentro col piatto. 0-1 con la Lazio nuovamente vicina ad uno sconfortante passo falso nonostante il calcio propositivo messo in campo. Ad averci provato ed a provarci più volte è Felipe Anderson, ancora preferito a Keità come ala sinistra, con un paio di combo accelerazione-conclusione . Ma non succede nulla.

Un'Udinese quadrata, compatta (la stretta linea di 3+2 fra centrocampo ed attacco copre il campo ed impedisce a Braafheid e Konko di salire ed a Parolo e Onazi si sganciarsi. I rapidi Widmer e Piris reggono l'urto con Candreva e Felipe Anderson) e diligente ma al contempo puntuale e ficcante nelle ripartenza riceve l'unica nota negativa dalla sostituzione di Muriel che al 28° deve lasciare il campo per infortunio. Al suo posto dentro Bruno Fernandes e tatticamente cambia zero.

La Lazio del secondo tempo prova a rimettere in discussione il risultato con una manovra più fluida ed un atteggiamento più aggressivo. In più Pioli cambia modulo e si scopre ulteriormente passando al 4-4-2 offensivo: dentro Djordjevic e fuori Felipe Anderson (primi minuti in coppia con Klose per l'ex Ligue 1), fuori C.Ledesma e dentro Lulic (Onazi va a fare il centrale con Parolo, Candreva ed il bosniaco larghi). Ma l'Udinese punge con Koné e Bruno Fernandes che combinano un paio di volte sull'out di sinistra facendo vedere le streghe a Konko. Dall'altra parte è Djordjevic a provare la scossa con un tiro al volo. Al 65° arriva il momento dell'ingresso di Di Natale per un acciaccato Thereau.

Un Di Natale che non avrà molte palle da giocare: l'Udinese fiuta le sfuriate in fascia di Candreva (ed i suoi bolidi da fermo) e si abbassa passando stabilmente al 4-5-1 (Bruno Fernandes e Badu sono quelli larghi). Il fortino tiene e la Lazio non trova sbocchi. Pioli manda dentro anche Keita, l'uomo in più un po' persosi ad inizio 2014/15, al posto di Braafheid come a dire "O la va o la spacca". Non c'è più uno spartito fisso. Il ragazzo mette costringe immediatamente Karnezis a respingere un suo tiro potente in angolo. E' la scintilla che fa scattare l'assedio e che costringe Strama a mandare in campo Belmonte, in posizione di centrale sinistro di una difesa a cinque, al posto di Bruno Fernandes. Karnezis intanto ha chiuso bottega ed abbassato saracinesca: interventi decisivi ed uscite provvidenziali sui cross per il portiere greco che ha preso il posto di Scuffet. Finirà così.

Il gol che decide la gara e la classifica della Serie A