Volevamo le riforme, e queste stanno arrivando. Un piccolo passo verso una gestione più snella e logica della rosa, una mano tesa verso il prodotto nostrano, una spinta al vivaio.

La riforma varata dal Consiglio federale della FIGC per la stagione 2016/17 mette in chiaro alcuni aspetti. Innanzitutto la dimensione delle rose. 25 giocatori non sono tanti, si auspica che tutti o la maggior parte possano partecipare al progetto con le loro prestazioni e il loro contributo. Saranno inoltre 8 i giocatori cresciuti nel vivaio o nel campionato italiano, pensando a quella lista Uefa per le competizioni europee che tanto fa discutere.

Un piccolo passo verso la valorizzazione dei settori giovanili, o quantomeno delle promesse tricolori, é stato compiuto. Da questa modifica escono rafforzate le medio-piccole, si pensi ad esempio ad Atalanta e Udinese, portatrici di idee e valori trasversali, dai pulcini alla prima squadra.

Il confine da attraversare sembra però essere quello relativo agli extracomunitari, ancora 2 per rosa, ancora tanti nel nostro campionato. Si sarebbe potuti intervenire sulle riserve e sulle panchine lunghe, ma per ora bene cosi. Non concediamoci licenze o eccezioni, difendiamo il patrimonio tecnico e culturale di una Nazione che sa sfornare talenti a 360 gradi.