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Juve - Roma, in campo e fuori

Una lotta che procede non solo sul terreno di gioco, la volata scudetto si ciba anche di una forte contrapposizione verbale.

Juve - Roma, in campo e fuori
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Di Johnathan Scaffardi

In principio fu Juve - Roma, a Torino, in campo. Nasce, o meglio s'inasprisce, quella sera la rivalità tra bianconeri e giallorossi. La lotta assume tinte differenti, non è solo questione di gol, colpi di classe, botte, diventa una questione di orgoglio, diritti, giustizia. Garcia perde, consapevolmente, la sua eleganza francese, si immerge in una realtà tutta italiana, fatta di polemiche da stadio, arbitri, berlina mediatica. E allora dal verde del prato si passa ai giornali, alla televisione, ai microfoni. Volano parole grosse, accuse pesanti, da Roma a Torino e in direzione contraria. 

L'ultimo squillo nel week-end appena trascorso. "Scudetto, la strada è lunga", è il messaggio di Totti alla Juve, la Roma rimonta e a suon di selfie blocca la Lazio, avanti di due reti. Il capitano scherza con il tempo, vola in acrobazia e corre sotto la sua curva. Un pari di rincorsa, a livello emzionale quanto una vittoria, non per la classifica, perché l'elastico che unisce Juventus e Roma si dilata nuovamente in serata, quando i bianconeri scendono in campo al San Paolo. 

Una prova di forza, una lezione al Napoli di Benitez, reo di aver inflitto il primo pesante stop della stagione alla Signora in Supercoppa. Il gol di Pogba è un'opera d'arte, un connubio perfetto di eleganza, potenza, precisione, Caceres raddoppia, fornendo materiale alla moviola e a Garcia, Vidal stampa il contropiede che griffa la partita. Festa Juve e Bonucci rimanda a Roma il messaggio "Abbiamo rinfrescato la memoria a qualcuno che ha parlato troppo". 

Lo scudetto resta nel mezzo, tra Juve e Roma, al centro di un ring in cui non conta solo la tecnica, in un cui la componente mentale svolge ruolo considerevole. Inficiare le certezze avversarie, scalfire la tranquillità di un ambiente, per approfittare di eventuali passi falsi. La Roma non vuol essere seconda, la Juve è davanti e conosce la corsa di testa. 

Non si amano Roma e Juve, lo mostra Garcia, lo sa Allegri, sarcastico in conferenza dopo Napoli - Juve. Il bello e il brutto del calcio italiano nella rivalità più alta. Fosse solo campo, non sarebbe Italia.