Torna la Nazionale e tornano le polemiche: prima la questione degli stage, adesso a tenere banco è la discussione riguardo agli oriundi. Le convocazioni di Conte, che ha chiamato l'argentino Vazquez e il brasiliano Eder, hanno fatto storcere non pochi nasi (Mancini su tutti). Ora arrivano anche i pareri dei diretti interessati: a parlare è stato l'attaccante carioca della Sampdoria, al quotidiano "Diario Catarinense". "In Italia esiste un preconcetto sugli oriundi - esordisce Eder - ma nella Germania ci sono calciatori originari di altri Paesi, stessa cosa nella Francia con vari africani. Qui non c'è questa cultura, ma la decisione su chi chiamare spetta solo a Conte. Pensate a Camoranesi che ha aiutato molto l'Italia. Spero di seguire le sue orme, se ottenessi la metà dei suoi successi sarei felicissimo". 

L'obiettivo è dunque chiaro, e ora l'attaccande doriano spera di giocarsi le sue chances: "Un mese e mezzo fa la Figc ha chiesto la mia documentazione ma non mi aspettavo di essere chiamato. Sabato sera, però, ero nella lista ed è stata una grande gioia, un orgoglio. Conte usa il 3-5-2 per cui ci sono solo due posti in attacco. Essere convocato per la prima volta non è la cosa più difficile, è più complicato rimanere nel gruppo. Vedo calciatori che hanno lasciato presto il Brasile e che sono ignorati dalla Selecao. Ora si parla dei ragazzi dello Shakthar Donetsk o di Felipe Anderson che sta facendo molto bene in Italia ma continuano a essere convocati i giocatori che appartengono alla generazione passata. Conosco bene il calcio italiano e non avrei accettato la convocazione di una nazionale qualsiasi: chi conosce il calcio, conosce quanto sia importante l'Italia, per questo ho accettato".

Ripensa anche al suo passato, a quanto ha vagato prima di trovare la sua dimensione perfetta a Genova: "Non è facile andare in Italia a 18 anni ma ho avuto fortuna. Nell'Empoli emergono molti giocatori e il settore giovanile è come una famiglia. Ho girato abbastanza fino a quando non sono approdato alla Sampdoria, che è un club con maggiore visibilità. Ero arrivato in un momento difficile, con la squadra in B, ma siamo riusciti a tornare in A e stiamo andando bene, qui il calcio è diverso e c'è bisogno di tempo perché certe cose accadano".

Ma cosa ha sorpreso Eder in questi primi giorni con il gruppo Azzurro? "Aver ritrovato in azzurro giocatori che sono stati miei compagni di squadra aiuta. Ma quello che mi ha più impressionato è l'umiltà dei `vecchi´, come Buffon, che mi hanno accolto molto bene. In questi anni ho affrontato come avversari gente come Kakà, Ronaldinho ed essere ora con Buffon e altri giocatori importante è una grande emozione, che non avrei mai immaginato".