La storia del nostro campionato è costellata di nomi più o meno sconosciuti, spesso relegati a episodi sporadici di cui ormai nessuno tiene più memoria. Se poi parliamo di nomi risalenti addirittura a inizio secolo scorso, che con lo show business del calcio odierno non hanno nulla a che fare, allora non c'è punto di riferimento che tenga.
Ma curiosando negli anniversari vari di un giorno qualsiasi, a volte si arriva a scoprire questi personaggi caduti nell'oblio. E il 3 agosto è stato proprio il compleanno di uno di loro, tale Heinrich Schönfeld, dal curioso soprannome “Beppo”, che nacque nel 1900 a Cluj, nell'allora Austria-Ungheria e oggi Romania, da genitori tedechi ed ebrei: un ex calciatore “conosciuto” anche in Italia.

Di professione portiere, infatti, Schönfeld arrivò alla corte del Torino nel 1923 come attaccante (il cambio era già avvenuto tre anni prima nel Sport Club Rudolfshügel, quella che lo lanciò nel calcio professionista), grazie all'intervento dell'ex nazionale austriaco Karl Strümer. Qui il suo periodo più roseo: 22 gol in 20 partite, con tanto di titolo di capocannoniere nella stagione 1923/24.
Quella non fu un'annata qualsiasi: 24º campionato italiano, allora chiamato Prima Divisione, segnò l'ultimo trionfo del Genoa, che quell'anno conquistò il suo ultimo scudetto. Inoltre, alla presidenza della Juventus arrivò Edoardo Agnelli, dando il via alla dinastia che ben conosciamo, mentre con la creazione di due soli gironi, risolvendo i problemi legati all'organizzazione delle stagioni precedenti, arrivò anche lo scudetto, inteso come simbolo da assegnare al vincitore del torneo.

Ma torniamo a Schönfeld: l'anno dopo il grande exploit non riuscì a replicarsi, con appena 1 gol in 10 partite. La stagione successiva approdò all'Inter, finita con 9 reti in 14 presenze: non abbastanza da farlo rimanere nel Belpaese, così se ne tornò in Austria, allo Hakoah Vienna. E con questa attraversò l'Atlantico nel 1926, per una tourneè negli Usa che lo porterà a giocare davanti a 46mila spettatori del Polo Grounds di New York. Record di presenze, eguagliato solo mezzo secolo dopo, ma partita persa contro i New York Stars.
La magia dell'America “colpì” l'attaccante, come succede ancora oggi a tanti campioni sul viale del tramonto: eccolo allora con la maglia dei Brooklyn Wanderers, poi di nuovo a Vienna e ancora oltreoceano, con il Brooklyn Hakoah: in totale, nel Nuovo Continente giocò 18 partite e andò a segno 14 reti, senza contare le 6 presenze senza reti nel 1930 con l'Hakoah All-Stars, squadra nata dalla fusione di altre due dopo la crisi del '29. Ma ebbe vita breve e, dopo una serie di amichevoli in Sud America, decise di tornare in Europa.

Quì appenderà i tacchetti al chiodo nel '33, dopo l'esperienza di tre anni alla Juventus Trapani come giocatore e allenatore, un approdo singolare dato che la piazza è provinciale: con i siciliani passò dalla Terza Divisione (in pratica l'odierna Lega Pro) alla Prima, con una parentesi alla Catanzarese nel 1933 e il successivo ritorno lo stesso anno a Trapani, come dirigente. Rimarrà fino al '35, ma le leggi razziali emanate in quel periodo da Mussolini lo costringeranno ad andarsene dalla Penisola.
Il suo nome tornerà fuori una volta conclusa la Seconda Guerra Mondiale, come mister dell'Hakoah Hallein, squadra in cui militavano profughi ebrei di Hellein, un paese vicino Salisburgo, tra il 1951 e il '52. L'anno dopo partirà per il Canada insieme alla moglie, lasciandosi alle spalle la propria carriera da atleta e dirigente, scomparendo definitivamente (la suo biografia non include una data di morte, quella di nascita è approssimata) dopo aver solcato i campi dal Sud Tirolo, a Merano, fino alla Sicilia.
Il ricordo più di questo giocatore, praticamente scomparso anche dalla memoria del più accanito tifoso, rimane “vivo” sicuramente nella storia della Juventus Trapani, che grazie a lui arrivò nella massima serie. Oggi quella società si chiama Trapani Calcio e milita in Serie B, con Serse Cosmi in panchina. Un vagabondo come “Beppo”, a pensarci, ma con la differenza che è ancora ben presente negli almanacchi e nei ricordi degli appassionati.