Il calcio, si sa, è lo sport di squadra per antonomasia. Ma, come tutti gli sport, non disdegna affatto le sfide individuali; su tutte, sicuramente la più affascinante è quella per il titolo di capocannoniere. Tutte le squadre impostano il mercato, fino ad arrivare a compiere autentiche follie, per portare a giocare con la propria maglia il bomber da venti e più gol a stagione, quello di cui non si può assolutamente fare a meno e che può segnare la differenza tra una stagione mediocre e un’ottima annata. Le variabili per dire a priori chi sarà il capocannoniere sono tante, e spesso difficili da prevedere. Alcuni indizi, però, ci possono far supporre che qualche giocatore la metterà nel sacco più di qualche altro. Andiamo a conoscerli.

Punto numero uno, tirare i calci da fermo. Sembra una frase fatta, ma è fuori di dubbio che calciare i rigori o le punizioni può far partire il bomber da un vantaggio di 5-6 gol sui diretti concorrenti. Per questo, pensiamo subito a Mauro Icardi, capocannoniere uscente della serie A con 22 gol all’attivo, incaricato da Mancini di calciare i tiri dal dischetto. Rimanendo nella parte alta dell’ipotetica classifica, attenzione anche a Carlos Bacca, rigorista del Milan in assenza di Menez, e quindi, teoricamente, nella maggior parte delle partite. Incognita Higuain al Napoli: l’anno scorso rigorista fisso, l’argentino ha dimostrato di non essere in grado di mantenere il sangue freddo dal dischetto, mettendo seriamente a repentaglio la responsabilità di tirare dagli undici metri nella stagione che viene. Guardando alle squadre di medio-bassa classifica, attenzione a due nomi significativi: Domenico Berardi, Sassuolo, rigorista e tiratore delle punizioni in quello che potrebbe essere l’anno della sua consacrazione; e Mattia Destro, neo acquisto del Bologna e cecchino dal dischetto. Infine, fari puntati anche su Eder della Samp, incaricato di tirare sia da dentro che da fuori area, con e senza barriera.

Punto numero due, la condivisione o meno del ruolo. Ovviamente, è più probabile che il capocannoniere esca da una squadra dove tutti giocano in funzione delle sue marcature, che non da una dove ci siano due o tre giocatori a segnare alternativamente. Caso di scuola, Luca Toni al Verona: 20 gol nella sua prima stagione in giallo-blu, 22 nella seconda. Sembra difficile, però, che il centravanti scaligero possa ripetersi a 38 anni per il terzo anno consecutivo. Ancora una volta, dunque, pensiamo a Mauro Icardi, in un’Inter ancora un po’confusa che sembra però disegnata per cercare di mandarlo in gol quanto più spesso possibile. Ovviamente, altro nome papabile è quello di Mario Mandzukic: la Juve di Allegri, che si è particolarmente rafforzata sulle fasce, cercherà in ogni modo di valorizzare la sua rocciosa presenza in area e farlo segnare con continuità. Discorso analogo si potrebbe fare per Edin Dzeko alla Roma, anche se il veterano Totti potrebbe togliere ancora spazi alla sua leadership indiscussa. Bisognerà invece svelare l’incognita Ibra al Milan per poter stabilire se Bacca sarà o meno il candidato dei rossoneri alla vittoria del titolo di capocannoniere. Ancora una volta, segnaliamo come particolarmente interessanti le caratteristiche di Destro, in un Bologna che si metterà a suo completo servizio, di Berardi, ormai abituato a stanziarsi intorno a quota 15 gol, e, ultimo ma non meno importante, di Gonzalo Higuain, che parte ancora una volta come attaccante di maggior talento del massimo campionato.

Punto numero tre, il turnover e le altre coppe. E’ più probabile che il capocannoniere esca da una squadra in cui, visti i soli impegni di campionato, potrà giocare senza rischi di sorta anche tutte e 38 le partite. Oppure in cui non c’è un grande ricambio con altri giocatori di ruolo analogo. Questa variabile escluderebbe in parte Mandzukic, che avrà come compagni di riparto Dybala, Morata, Zaza e all’occorrenza Coman; ma anche Dzeko della Roma, e forse addirittura Higuain. Invece, ancora una volta, si delinea il profilo ideale in Icardi, che non ha sostituti in avanti e dovrà affrontare con l’Inter soltanto campionato e coppa Italia. Buone possibilità anche per Bacca, che ha iniziato la stagione con un gol (annullato) in Coppa Italia col Perugia.

Punto numero quattro, la propensione al gol. Ancora non abbiamo parlato per niente di Totò Di Natale, ma è proprio lui il giocatore che più si abbina a quest’ultima variabile. Un bomber capace, se in fiducia, di andare in gol anche per cinque giornate consecutive, e di garantire un rapporto tra tiri e gol segnati forse unico nel suo genere. Nelle ultime nove stagioni di serie A, l’attaccante dell’Udinese ha sempre superato quota 10 gol, riuscendo in quattro annate consecutive ad andare anche sopra ai 20. Profili ideali sotto questo punto di vista anche i già citati Icardi, Bacca, Dzeko, Mandzukic e Higuain. Più propenso alle scorpacciate singole invece Domenico Berardi, che negli scorsi anni ci ha abituato alternativamente a colpi di triplette e poker, per poi passare anche molte giornate consecutive all’asciutto.