Si ferma, almeno per ora, la Serie A. Quindici giorni di stop per consentire agli allenatori di schiarirsi le idee, lavorare sui punti nevralgici delle proprie squadre e ripartire al massimo alla terza giornata, il 13 settembre. Una sosta che servirà a molti tecnici, volendo fare un solo nome: Massimiliano Allegri. Ma non c'è solo lui, anche per Mancini (nononstante l'en-plain) ci sarà da lavorare, Sarri dovrà colmare amnesie e lacune del suo Napoli, Mihailovic ridare al Milan più gioco e convinzione, Pioli risollevare la Lazio dalle due scoppole prese da Leverkusen e Chievo (!).

Iniziamo subito dai bianconeri, i quali nel giro di una settimana hanno battuto due record, ovviamente negativi: perdere per la prima volta all'esordio in casa, ed ottenere (ieri) dopo la seconda sconfitta in altrettante partite. Quella vista fino ad ora non è nemmeno la lontana parente di quella che incantava e vinceva su ogni campo della A, ma è pur vero che perdere in un colpo solo tre generali quali Pirlo, Tevez e Vidal, avendo ai box gente come Marchisio e Khedira, genera non pochi problemi a livello tattico, non a caso urge un centrocampista, ieri l'inferiorità contro i giallorossi di Garcia, in quella zona del campo (e non solo), è stata evidente.

Neanche l'Inter targata Mancini, nonostante le due vittorie su due e la leadership in classifica, riesce a spiccare il volo. Soprattutto questi sei punti possono trarre in inganno, poiché le vittorie sono arrivate tutte e due nel finale, contro avversarie non irresistibili quali Atalanta e Carpi, frutto di prestazioni non brillanti. Se contro i nerazzurri alla prima giornata è servito un lampo di Jovetic ad un minuto dal termine, complice anche la superiorità numerica, contro i neo promossi il compito è stato più duro del previsto, in una partita in equilibrio fino all'ultimo, dove i meneghini sono mancati di cinismo sotto porta. Ma a volte si ottiene il massimo con il minimo, ecco, questo è il caso dell'Inter, grazie ad un Stevan Jovetic rinato, autore di tutti e tre i gol segnati dall'Inter in queste due giornate. Note positive dalla difesa, salvo sul gol di Di Gaudio, Miranda e Murillo hanno svolto bene il loro compito, anche Handanovic si dimostra in forma salvando l'Inter nel primo tempo, ma le note dolenti si vedono a centrocampo con la prestazione opaca sia di Brozovic che di Guarin, e la prolificità sotto porta, sfruttando le occasioni e chiudendo anzitempo le partite. Esce a testa altissima il Carpi dopo l'esordio in casa nel suo primo anno di A.

Quella di ieri sera del Napoli è l'ennesima partita gettata alle ortiche. Un match già in pugno, sul due a zero grazie alla doppietta di Higuain, dato in pasto ai cannibali della Samp, che dal canto loro hanno accettato con piacere il pareggio. Il vero mattatore della serata ha un nome: Eder. L'attaccante blucerchiato prima accorcia le distanze su rigore, poi sul secondo gol supera in scioltezza i due centrali Albiol e Koulibaly. Dunque un altro vantaggio iniziale non sfruttato a dovere dai partenopei, i quali anche a Reggio Emilia dopo essere passati in vantaggio si sono cullati troppo sugli allori venendo puniti dal Sassuolo di Di Francesco. Un punto dopo sole due giornate è già un campanello dall'allarme per Maurizio Sarri, l'aspetto su cui l'ex Empoli avrà da lavorare è paradossalmente quello a cui lui tiene di più: la fase difensiva. Che dire della Samp, la vittoria contro il Carpi ed il pareggio di ieri sera ha ridato linfa alla squadra e soprattutto a Walter Zenga, sulla graticola dopo la scoppola europea rimediata contro il Vojvodina, ma che piano piano sta riprendendo le redini dei suoi ragazzi.

Ritorniamo a Milano, sponda rossonera. La vittoria di sabato sera contro l'Empoli ha regalalo alla squadra di Sinisa Mihailovic i primi tre punti stagionali, ma la prestazione offerta contro i toscani ha fatto storcere il naso ai tifosi, stufi di una squadra priva di gioco e condizione fisica. Ma le contestazioni dei supporters sono andate oltre il terreno di gioco: infatti è stato chiesto a gran voce l'addio di Adriano Galliani, non più in grado, secondo loro, di gestire il calciomercato. Ritornando alla sfida, tutto ciò che di buono ha fatto vedere il Milan si limita ai due autori dei gol, ovvero Carlos Bacca e Luiz Adriano, nient'altro degno di nota. L'Empoli per buona parte di gara ha fatto vedere molto di più da ciò che il Milan ha proposto, ma ciò che ha letteralmente salvato dal baratro gli undici di Miha sono proprio i due bombardieri lì davanti, letali e cinici al punto giusto. Resta la convinzione pero, ed anche il tecnico ex Samp l'ha ammesso, che questo Milan non meritava la vittoria (come non dargli ragione).

Ultima squadra che passiamo in rassegna è la Lazio di Stefano Pioli. Quella stessa squadra che lo scorso anno è andata ad un passo dal secondo posto e dalla qualificazione diretta in Champions ha ben poco su cui gioire. Nelle ultime due partite, tra coppa e campionato, lo score dei biancocelesti è impietoso: 0 gol fatti e ben 7 subiti. Indubbiamente ieri sera la squadra non aveva ancora smaltito, soprattutto a livello mentale, la batosta inflittagli a Leverkusen dalla “Aspirine”. I capitolini ieri sera sono stati assenti dal gioco, permettendo al Chievo gol e spettacolo (come l'assist di tacco da parte di Meggiorini, in grande spolvero), meravigliosa ancehe la punizione di Birsa, che ha chiuso la prima frazione sul 3-0. Dopo la sconfitta in Supercoppa, l'eliminazione dalla Champions ed i quattro ceffoni presi a Verona, questa Lazio è palesemente in crisi fisica e di idee, Pioli dovrà ricavare nuove energie per evitare che la sua squadra sia già compromessa dalla lotta Europea.