Difficile per i grandi giocatori essere anche dei grandi allenatori, soprattutto perchè un conto è la pressione quando giochi, un conto è quello che ci si aspetta quando sei seduto su una panchina. Chiedere per conferma a Zinedine Zidane, grande fuoriclasse e oggi allenatore del Real Madrid.

In un'intervista a Record il francese ha ammesso la differenza che c'è tra l'essere giocatore e allenatore: "La voglia di giocare c'è, ma non posso farlo. Ciò che provo ora in panchina è diverso: ho una pressione diversa a quella che avevo in campo, dove potevo risolvere le cose. Ora sono i giocatori che decidono. Il tecnico conta perché è sempre il colpevole della sconfitta. Ti assumi le responsabilità, con il bello e il brutto che ne consegue. E ora capisco i miei vecchi allenatori: la verità è che sei più teso." Certo se hai uno come Cristiano Ronaldo dalla tua parte, magari parti con un pizzico di tranquillità in più. Proprio sul portoghese Zidane nonn ha dubbi: "Messi numero uno al mondo? Il migliore è Cristiano Ronaldo. Di lui si possono dire tante cose, ma dentro di sé è una bella persona. Messi è il rivale e questa rivalità è buona per il calcio, è quello che la gente vuole vedere."

C'è spazio anche per un primo bilancio dei suoi risultati sulla panchina dei Blancos. Quattro vittorie e un pareggio nelle prime cinque, non male tutto sommato: "Nel calcio conta solo vincere e vincere ogni partita è l'obiettivo del Real Madrid. Stiamo lavorando bene fisicamente, ma è la forza mentale che conta all'80-90%: la concentrazione è la cosa più importante. È difficile mantenere i piedi per terra quando tutti intorno a te dicono 'sei bello, sei il migliore, hai i soldi'. Ai miei dico: 'Tutto questo finisce nel giro di dieci anni'. Giocare al Real è un sogno, abbiamo la fortuna di essere in questo club e dobbiamo esserne consapevoli." Infine spazio alla sua idea di calcio: "Io posso dare le indicazioni in allenamento, in partita già sanno quello che devono fare. Quando non hanno la palla, ogni giocatore deve sapere cosa fare per aiutare la squadra in fase difensiva. Tutti devono difendere: questa è la mia idea. Il modo migliore per non dover correre tanto è avere la palla."

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About the author
Francesco Nasato
24 anni, giornalista pubblicista, allievo della scuola di giornalismo dell'Universitá IULM, laureato alla Cattolica di Milano in Linguaggi dei Media. Editor di Vavel Italia, scrivo di calcio e Milan sul web e la carta stampata da quando ho 18 anni