La carriera di Giancarlo Finardi, sia da calciatore che da allenatore, si è svolta sull’asse Bergamo-Cremona: non avrà certo girato il mondo come i fuoriclasse moderni, però ha acquisito molta esperienza che da questa stagione potrà tornare a mettere in campo nell’Atalanta, affiancando Mino Favini nel ruolo di vice-responsabile del settore giovanile orobico. Proprio quel settore giovanile di cui è stato protagonista dal 1999 al 2007, guidando dalla panchina la formazione Primavera alla conquista di tre Coppe Italia di categoria (2000, 2001 e 2003). Nel mezzo l’occasione di allenare la prima squadra subentrando a Giovanni Vavassori, in una parentesi però tutt’altro che positiva che si era conclusa con l’amara retrocessione nel doppio spareggio-salvezza perso contro la Reggina. Quindi il passaggio alla Cremonese, di cui ha ricoperto dapprima il ruolo di vice di Emiliano Mondonico e successivamente quello di responsabile del settore giovanile grigiorosso. Il richiamo dell’Atalanta era però troppo forte.

“Devo ringraziare la società”, esordisce Finardi nella conferenza stampa di presentazione, “a cominciare dal presidente fino a tutti i dirigenti per questa grossa opportunità che mi è stata data. Per me è un piacere tornare a lavorare con mister Favini, insieme abbiamo vissuto delle belle annate e spero di apprendere ancora molto da lui perché ne ho bisogno”.

Gli fa eco il direttore sportivo dell’Atalanta, Gabriele Zamagna. “Stiamo procedendo in queste settimane alla ristrutturazione dell’organigramma del settore giovanile. Porrini e Bonacina hanno sottoscritto contratti triennali, ora rinnoveremo anche con altre figure cardine del vivaio. Inoltre, il maestro Bonifacio tornerà ad avere un ruolo importante rispetto a quello marginale degli ultimi anni”. Per Zamagna però il lavoro da fare non si esaurisce qui. “Dobbiamo considerare il settore giovanile nella sua interezza, proseguendo sul solco di quanto svolto negli anni passati. L’obiettivo è creare una filosofia del lavoro che premi le eccellenze e le professionalità sin da piccoli”. Insomma il modello è rappresentato dalla “cantera” del Barcellona, dove si creano gruppi di giocatori che crescono insieme e raggiungono i traguardi più importanti: dal vivaio alla Nazionale, dal Campionato Primavera alla Coppa del Mondo.

Grandissima soddisfazione per il nuovo acquisto è espressa anche da Mino Favini. “Il ritorno di Finardi è il regalo migliore che la società potesse farmi: è una persona che ha conoscenza, competenza ed esperienza. Ritengo Giancarlo un amico, con lui siamo sempre stati legati anche da una semplice telefonata: stima e affetto sono valori assolutamente reciproci. Dobbiamo lavorare molto per ristrutturarci e rimetterci in gioco, in questo senso lui può darci una grossa mano. La società deve pensare al suo futuro, proprio partendo dal settore giovanile: la presenza di Finardi prevede un futuro a lungo raggio”.

Riprende Finardi: “In questi giorni sto consultando chi ha seguito il settore giovanile dell’Atalanta durante la mia assenza. Sono abituato a ritornare, è un percorso che ho fatto parecchie volte, ma essere richiamato dall’Atalanta è stata davvero una piacevole sorpresa.

Infine, il ds Zamagna riferisce un aneddoto: “Una volta, quando la Primavera perse in trasferta una partita delle fasi finali di campionato, Finardi subì delle critiche perché in quella squadra nessuno degli addetti ai lavori aveva visto giocatori di prospettiva. Sapete chi erano i componenti di quella formazione? Consigli, Foglio, Capelli, Canini, Montolivo, Guarente, Defendi, Lazzari e il compianto Morosini. Tutti giocatori che hanno avuto un futuro in Serie A o B”.