14 punti in 8 partite, frutto di 4 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte (contro Inter e Fiorentina, in trasferta). 10 punti su 12 raccolti in casa. 11 gol fatti, 8 subiti. 4 punti di distacco dalla vetta della classifica, 9 di vantaggio sulla zona retrocessione. E pensare che ai nastri di partenza probabilmente la cosa più facile da pensare sarebbe stata che l'Atalanta sarebbe stata costretta a una campionato di medio-bassa classifica, a una lotta per la salvezza possibile ma complicata, che probabilmente sarebbe stato difficile pensare di sorprendere in qualche modo. Tutto sbagliato.

Oggi i nerazzurri sono tra le squadre più in forma della stagione, ma non tanto per tutti i numeri enunciati sopra, ma proprio perchè mentalmente sembrano in grado di non farsi abbattere. Dopo essere stati asfaltati dalla Fiorentina prima della pausa (3-0 senza appello), ci si poteva aspettare un calo contro un Carpi comunque in rampa di lancio dopo la prima vittoria e che aveva trovato gli equilibri con Sannino. Invece no, ha restituito quanto aveva preso a Firenze: altro 3-0 dominante a dir poco per riscattarsi. Non siamo nemmeno a un quarto del percorso, ma se il buongiorno si vede dal mattino...

La forza sta nella quadratezza e nella solidità che Reja, dall'alto (altissimo) della sua pluri-decennale esperienza, è stato in grado di dare alla squadra. Reparti compatti, con ottima intesa, uniti da punti di raccordo ma senza mai troppo scomporsi e specialmente sbilanciarsi. La difesa dimostra di essere in grado sia di svolgere i compiti di copertura (con la coppia Toloi-Paletta che è a tutti gli effetti da squadra di media classifica, se non di più), con la capacità sulle fasce di proporsi e soprattutto di non soffrire dietro. Difficilissimo sorprendere i nerazzurri in contropiede, anche perchè l'esperienza di Masiello e Bellini, che si alternano a destra, si fa sentire. E nel caso, dietro c'è Sportiello: chi ha storto il naso quando un anno fa Consigli partì in direzione Sassuolo probabilmente ora l'ha raddrizzato...

Il reparto che più ha sorpreso fino ad ora è però il centrocampo, dove Reja ha sperimentato varie soluzioni per ora, sempre ovviamente a tre, ma provando a combinare gli uomini in maniera diversa. Risultato sempre positivo, con un punto in comune: Marten De Roon. Messo davanti alla difesa appena arrivato (dopo averlo provato anche esterno), il tecnico non l'ha più tolto. Semplicemente perfetto nel raccordare difesa e centrocampo, capace di dare copertura ma anche con un'ottima visione di gioco, quindi in grado di aprire. L'elemento perfetto per il 4-3-3, specialmente con vicino un giocatore dai piedi buoni (Kurtic o Cigarini) e uno di corsa e temperamento (Grassi o Carmona). Una dimensione "nuova" per una squadra tradizionalista. Tutti a scuola da Giulio Migliaccio, che Reja tiene sempre buono come jolly in mezzo.

Ma se il centrocampo è quello che più ha sorpreso, l'attacco è quello che ha reso al massimo. Il tridente delle meraviglie composto da Maxi Moralez, Mauricio Pinilla e Alejandro Gomez sta regalando assolute magie giocando insieme. Sembra quasi che si conoscano da anni per come si intendono, per come combinano, per come si trovano: alle spalle hanno una squadra che lavora per loro, che li lascia "liberi di giocare" in avanti e i risultati si vedono. La partita vinta contro la Sampdoria per 2-1 è probabilmente l'emblema di questa squadra: difesa che non subisce e attacco che riparte e ferisce. E pensare che Maxi non doveva neanche essere in rosa, sembrava a un passo dal trasferimento negli Emirati...

Invece alla fine è rimasto, e ha fatto la scelta migliore per lui e per la squadra. Le cessioni sono state quelle di Zappacosta e Baselli, probabilmente resteranno dei rimpianti, ma per ora la mancanza non si sente. E il Torino dei due ex è esattamente a pari punti con i nerazzurri. Se dovessero continuare ad arrivare risultati positivi, questa squadra potrebbe essere pronta a tornare in Europa, magari sfruttando il passo lento delle altre. Certo, ne mancano ancora 30, ma negli occhi dell'Atalanta c'è voglia di rivalsa, parecchia voglia di rivalsa.

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Giorgio Dusi
Vivo a Bergamo, scrivo di calcio, in particolare di Juventus e Arsenal, e di basket tra NBA ed Eurolega. Giornalista. Laureando. Forse. [email protected]