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Ufficiale, Diamanti vola in Cina

Arriva l'ufficialità. Diamanti lascia il Bologna per poco più di 9 milioni e vola in Cina alla corte di Lippi. Si conclude una lunga telenovela di mercato, che vede molti sconfitti e pochi vincitori.

Ufficiale, Diamanti vola in Cina
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Di Johnathan Scaffardi

Esperienza di vita. Così l'ha definita Alessandro Diamanti. Così ha motivato una scelta parsa ai più fuori luogo. Vola in Cina, dove il calcio non è certo quel vorticoso insieme di marketing e campo che è in Italia, per parecchi soldi. 9 milioni, poco più, finiscono nelle casse del Bologna, che rinuncia così al suo giocatore più rappresentativo, in un momento decisivo della stagione, in piena bagarre salvezza. 3 invece i milioni che intascherà Alino per il soggiorno nel Guangzhou. Contratto di tre anni, col serio rischio di perdere il Mondiale. Probabile un colloquio con Prandelli, prima di una decisione giunta al termine di un mese di trattative e corteggiamenti.

"Sono contento di poter iniziare insieme alla mia famiglia questa nuova avventura. Ringrazio la società: il Presidente, che ha capito la mia scelta, i compagni, i dirigenti, il mister, lo staff e tutta la città di Bologna che in due anni mi ha fatto sentire importante in campo e fuori. Spero solo di essere riuscito a trasmettere il mio entusiasmoper il 23 che ho indossato dal primo all'ultimo giorno. Grazie Bologna". Queste le parole d'addio del calciatore.

La patata bollente passa ora a Ballardini, costretto a risollevare i felsinei senza l'estro di Diamanti. Dopo la partenza di Gilardino in estate, un altro brutto colpo per l'organico rossoblù, già in difficoltà in questo scorcio di stagione. Con l'arrivo in panchina dell'ex Palermo al posto di Pioli, la società ha provato a scuotere l'ambiente, ma è difficile prevedere la reazione della piazza a questo evento in parte atteso. 

Come è difficile comprendere Diamanti. Negli anni passati è stato spesso accostato a grandi club, con i quali certamente avrebbe potuto puntare a una carriera più graticaficante dal punto di vista personale. Ha sempre scelto la periferia calcistica, Bologna, dov'era, dov'è, adorato come un Dio. Essere il primo in un piccolo centro, meglio che essere uno dei tanti in un top team. E dall'Emilia era giunto fino alla Nazionale, da protagonista. Ora gioca d'azzardo. Sceglie di emigrare. Il tempo giudicherà.