"Una famiglia vera e propria non ce l'ho e la mia casa è Piazza Grande, a chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho. A modo mio, avrei bisogno di sognare anch'io".

Già, Bologna ed il Bologna tornano sul Grande Palco della Serie A, lo stesso che nel lontano 1972 segnava l'arrivo di un giovanissimo Lucio Dalla a Sanremo e che quasi contestualmente, nel 1974, segnava la fine dei successi del Bologna Calcio, nobile decaduta e plurititolata del calcio italiano che da oltre quarant'anni non vede l'ombra di un trofeo. Una famiglia, come quella alla quale si riferisce il cantautore bolognese che testimonia il connubio tra squadra e città come in pochi posti in Italia. La stessa famiglia composta da amici che nel lontano 1909 fondarono il Bologna Foot Ball Club presso una birreria della città felsinea, senza sapere che nei primi cinquant'anni della storia della società conquisteranno sette Scudetti e due coppe Italia, oltre a svariati trofei a livello internazionale. Se i primi sei campionati sono tutti concentrati dal 1924 al 1941 e segnano l'epoca d'oro del Bologna Calcio, gli ultimi quarant'anni sotto il cielo stellato di Piazza Grande è scevro di trofei e soddisfazioni. Le uniche arrivano dalla presenza sul terreno di gioco del Dall'Ara di giocatori del calibro di Giuseppe Signori e Roberto Baggio, che però servono solo a portare boccate di ossigeno ai tifosi bolognesi nel viavai tra massima Serie e cadetteria. L'ultima decade della squadra rossoblù è invece una costante rincorsa alla salvezza, che a volte arriva, come nella maggior parte dei casi, altre volte no, come nel 2005 o come due stagioni or sono.

Nella stagione 2013/2014 la squadra sembra allo sfascio, con Diamanti e compagni che salutano la città nella finestra invernale del calciomercato, lasciando i rossoblù in balia del loro destino: la retrocessione. Anche il salvatore della patria fino a quel giorno, Stefano Pioli, viene messo alla porta per far posto a Ballardini, che però non riesce nell'impresa. L'anno di purgatorio è infinito. La squadra di Saputo e Tacopina, che nel frattempo sono diventati proprietari del club, allestiscono una squadra che con la cadetteria c'entra ben poco, anche se le scarse attitudini dei calciatori a vestire i panni delle serie minori complica notevolmente le cose. L'ambiente mette oltremodo pressione sulla squadra del giovane rampante allenatore Diego Lopez, le cui spalle non reggono alle critiche della piazza e della stampa, che nonostante il terzo posto finale in campionato viene allontanato dalla guida tecnica. Sansone e compagni, con Delio Rossi al timone della barca, risalgono la corrente e dimostrano tutto il loro valore nei playoff, con il destino che da una mano ai felsinei. Prima l'Avellino, che rischia di beffare i bolognesi all'ultimo respiro, poi il Pescara in finale, mettono a dura prova la resistenza della squadra di Rossi, che però trionfa e può esultare grazie ai gol di uno scatenato Sansone. Il Bologna che si riaffaccia al Grande Ballo vuole tornare a sognare, ovviamente sempre in Piazza Grande, sotto la gestione Saputo e Tacopina, presidenti statunitensi che hanno deciso di rilanciare il calcio nel capoluogo romagnolo dopo le ultime delusioni. Ci riusciranno?

L'allenatore - Delio Rossi torna in A dopo le deludenti esperienze di Palermo, Fiorentina e Sampdoria. La voglia di riscatto del mister romagnolo, le cui ultime stagioni positive sono oramai datate (Lazio e Palermo) ed il ritorno in panchina dopo più di due anni di inattività potrebbero rappresentare quello stimolo in più per lui e per la squadra felsinea per puntare sempre più in alto. L'esperienza in A di certo non manca all'ex doriano, che a Bologna potrebbe ripetere le imprese già compiute da allenatori caratterialmente molto simili a lui quali Guidolin, Mazzone ed Ulivieri, che alla città felsinea hanno lasciato un impronta indelebile sul cuore.

La squadra - Nella presentazione della squadra che si appresta a tornare in Serie A, la precisazione è d'obbligo: ad un mese dalla fine del mercato, così come per Carpi e Frosinone che vi abbiamo presentato nei giorni scorsi, la rosa è ancora profondamente incompleta, particolarmente nel reparto offensivo. Rispetto alla squadra della promozione dello scorso anno mancheranno pedine di fondamentale importanza nella strada verso la promozione quali Sansone e Matuzalem, con il primo rientrato alla Sampdoria prima di finire al Bari, mentre al secondo non è stato rinnovato il contratto ed è attualmente svincolato. La sessione estiva del mercato bolognese verterà in primis sull'acquisto di un attaccante: il nome giusto sembrava essere quello di Defrel, ma nonostante l'accordo tra Corvino e Foschi, il trasferimento non si è concluso, con il transalpino che sembrerebbe prossimo a vestire la maglia del Sassuolo. Per il momento, i maggiori investimenti sono stati effettuati sulla mediana, dove Crisetig e Rizzo sono stati, in ordine cronologico, i primi due acquisti di spessore del Bologna 2015/2016. Il primo, ex Cagliari, sarà chiamato a prendere per mano il centrocampo rossoblù e dettare i tempi al resto della squadra, mentre il secondo potrebbe trovare nella piazza bolognese la definitiva consacrazione, esaltato dal centrocampo a tre di Delio Rossi, che potrebbe esaltarne caratteristiche tecniche e tattiche. L'intento sul mercato della società bolognese è sembrato maggiormente chiaro con i colpi successivi: inserire nel contesto di squadra giocatori di sicuro affidamento ed esperienza quali Mirante, Brighi e Brienza servirà a compattare spogliatoio ed alleviare la pressione di una piazza comunque esigente ai più giovani. I tre nuovi acquisti, assieme allo zoccolo duro della squadra dello scorso anno, potrebbero rappresentare l'asse portante della squadra. La coppia Mirante-Brienza, spostatisi di pochi chilometri lungo la via Emilia, sarà una notevole garanzia in ottica salvezza. Il mercato potrebbe portare ancora numerosi tasselli a questo Bologna, come una mezzala (si parla di El Kaddouri dal Napoli) e due punte, che potrebbero rafforzare ulteriormente la rosa a disposizione di Delio Rossi e cullare ben altri sogni rispetto alla salvezza.

La probabile formazione - Al netto degli ultimi trenta giorni di marcato, ad oggi il Bologna di Rossi potrebbe scendere in campo così: Mirante tra i pali; centralmente in difesa ci sono Gastaldello, Oikonomou, Maietta e Rossettini, con i primi due che dovrebbero partire titolari. Gli esterni sono Mbaye a sinistra, con il probabile arrivo di un secondo mancino per alternarsi con l'ex Inter, e Ceccarelli e Masina sulla destra. In mezzo al campo Crisetig e Rizzo si vanno ad unire a Zuculini, formando il terzetto titolare più probabile. Brienza al momento sembra essere l'unico sicuro del posto da titolare dietro le punte, ma all'occorrenza, qualora dovesse arrivare un'altra mezzapunta, Rossi potrebbe alternare due trequartisti dietro ad un solo attaccante. Si iniziasse oggi a giocare, potrebber partire Acquafresca e Mancosu come attaccanti titolari, anche se è tutto ancora in divenire.

Le aspettative - Quel sogno di cui parla Lucio Dalla è sempre vivo nelle menti dei tifosi bolognesi. La coppia statunitense Saputo-Tacopina sembra aver messo i conti in regola, pronta ad aprire il portafogli per mettere in piedi un grande Bologna. La speranza della città, per ora, è legata a loro ed ai primi acquisti: Mirante, Crisetig e Brienza potrebbero essere, come detto precedentemente, con i vari Gastaldello e Zuculini un'ossatura abbastanza stabile, con un contorno comunque di livello, per garantire una salvezza tranquilla alla squadra felsinea. Tuttavia, le voci di mercato che si rincorrono tra le vie della città, lasciano pensare a qualcosa di più grande. La salvezza è ovviamente il primo obiettivo, ma i nomi di Quintero, Balotelli e Cassano fanno sognare ovviamente in grande la piazza. I tempi di Baggio e Signori sono lontani nella mente ma vicini al cuore dei bolognesi, che sono ansiosi di tornare a respirare al Dall'Ara l'odore del grande calcio. In attesa dei grandi colpi, Bologna aspetta, a modo suo, nella speranza di tornare a sognare.