Dopo la sconfitta di Genova e la contemporanea vittoria dell'Atalanta, il campionato del Cagliari si è complicato ulteriormente. Il distacco da l'ulitmo posto che regala la permanenza in A, occupato dai bergamaschi, è di ben 8 punti, e per colmare questo gap ci vorrà un vero e proprio miracolo. Domenica al Sant'Elia arriva il Napoli, e ci vorrà una partita perfetta per riuscire a racimolare qualche punto. 

Il presidente Tommaso Giulini, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha provato a caricare l'ambiente in vista della partita di domenica e del finale di campionato: "Sia chiaro, non mollo. Ma voglio da tutti una piccola grande rivoluzione". Il patron del Cagliari ha poi provato a spiegare i motivi di quest'annata storta: "Siamo psicologicamente fragili. Smettiamo di giocare, commettiamo errori banali alle prime difficoltà. Ma il momento degli alibi è finito, voglio vedere un altro calcio. A Genova, dopo i tre legni colpiti, non c’eravamo più con la testa. Pensiamo di essere sfigati e usciamo dalla gara. Il rosso a Niang non c’era, Russo e Guida hanno arbitrato bene. E hanno graziato due volte Dessena".

Giulini poi fa mea culpa, assumendosi le proprie responsabilità: "Mi assumo le mie responsabilità, imparo dai miei errori e riparto. Ripeto, niente alibi, arbitri, pali o cattiva condizione fisica. È bene che tutti riflettano sui propri errori. Io imparerò da certe decisioni mal ponderate che ho preso ma qui, dentro e fuori dal campo, tutti ragionino allo stesso modo. Chi non ci sta si tiri fuori subito". Cerca poi di dare le giuste motivazioni alla squadra: "Questo è il momento buono per ripartire, non abbiamo più nulla da perdere, se non la faccia. Va rigenerata la forza interiore del gruppo che servirà, se non altro, a girare a testa alta per le vie di Cagliari e impostare un futuro da squadra vera in qualsiasi categoria dalla quale ripartiremo. I giocatori onorino con serenità e lucidità la maglia che indossano. Arriva il Napoli, una sfida molto sentita dai nostri tifosi, che non meritano le recenti delusioni".

Infine il presidente Giulini ammette che sarebbe un duro colpo per tutto lo sport sardo vedere il Cagliari scendere in Serie B: "La squadra ha un enorme valore sociale per i cagliaritani e i molti sardi sparsi nel mondo. La situazione attuale ci responsabilizza sempre più: siamo legati alla Sardegna, mio padre ha fondato la Mineraria Silius e la Fluorsid che dà lavoro a 250 famiglie. Questa terra merita tanto, per questo stiamo allestendo una società giovane, trasparente e affidabile. Capace nel tempo di dare risposte ai tifosi ai quali chiedo di starci vicini fiduciosi. Gli obiettivi non cambiano e ho una voglia ancora più forte di costruire un grande Cagliari".