"Del risultato dell’Atalanta non me ne importa nulla: ho da pensare alla partita della mia squadra". Poche parole, ma chiare ed efficaci, quelle di Gianluca Festa. L'allenatore del Cagliari potrebbe non riuscire a raggiungere l'obiettivo salvezza, ma certamente non gli si può imputare nulla, visti i 7 punti raccolti in 4 partite. I suoi giocheranno in casa col Palermo, mentre in contemporanea l'Atalanta affronterà il Genoa in casa: se i bergamaschi dovessero vincere, i sardi sarebbero spacciati. Ma Festa guarda avanti.

Sono 23 i convocati per la sfida: tra di essi i rientranti Dessena e M'Poku, mentre resta fuori Ceppitelli per problemi ai flessori. "Ho visto la squadra molto motivata - ha detto il tecnico - Certo, saremmo dei pazzi a non sapere qual è la nostra situazione. Ma cosa facciamo, ci piangiamo addosso? Noi alla classifica non ci dobbiamo pensare. Finché non siamo matematicamente retrocessi non si molla. E in ogni caso voglio il massimo dei punti da qui all’ultima di campionato". Sulla formazione: "Dovrei ripartire con l’undici visto a Torino a meno che stanotte non mi vengano in mente altre soluzioni. I ragazzi stanno bene e sono vogliosi di lavorare. La loro autoefficacia è in crescita, si sono visti migliorare e stanno centrando piccoli obiettivi. Serve a poco? No, c’è da rispettare i tifosi, la società che ti ha scelto e ha avuto fiducia in te, la maglia e se stessi".

L'avversario non ha niente da chidere al campionato a oggi, ma Festa tiene alta la tensione: "Dybala? Magari l’hanno già venduto e non vogliono rischiarlo, fanno i loro interessi. Sono comunque una squadra forte, difficile da battere, con grandi individualità. Serve una grande prestazione per arrivare alla vittoria". Il Cagliari arriva però da un punto prestigioso, un pareggio in casa della Juve, che si giocherà la Champions con il Barcellona: "Partite uguali non ce ne sono ma ci dà la consapevolezza che con le motivazioni giuste si può raggiungere qualsiasi obiettivo".

Conclusione sul futuro: "Non ci penso. Se fossi arrivato prima? Magari avrei fatto meno punti. Sono abituato a guardare avanti e a lasciar perdere le cose su cui non posso influire".