Siamo nell’estate del 2012, esattamente un anno fa. Mariano Andujar, tornato dal prestito all’Estudiantes nel mercato invernale, è ormai prossimo a lasciare definitivamente il Catania, al termine di un’esperienza globalmente incolore e sotto le attese. La sua presenza nel giro della nazionale argentina, nonchè il record di imbattibilità in Coppa Libertadores (800 minuti, primato ancora imbattuto) con cui aveva contributo alla vittoria del Pincha nella massima competizione sudamericana per club nel 2009 sono stati solo gli spunti più importanti del suo biglietto da visita in occasione della firma con i rossazzurri. Eppure al curriculum ha fatto seguito un rendimento altalenante, fatto più di bassi che di alti (buona la seconda parte della stagione 2009-10) con diverse uscite sotto la sufficienza.

La lite con Lo Monaco di un anno e mezzo fa a Parma ha interrotto momentaneamente, senza neanche lasciare il segno nella piazza, il suo legame con il club rossazzurro, e il deciso investimento sul 24enne Alberto Frison sembra prefigurare per lui una “toccata e fuga” verso altri lidi. Offerte degne di considerazione, tuttavia, non ne arrivano, ma soprattutto la dirigenza e il nuovo tecnico Maran gestiscono la convivenza del numero 1 e del suo potenziale sostituto improntandola ad una delle regole auree della vita calcistica settimanale: tutti hanno il diritto e il dovere di rimettersi in gioco.

Già durante il ritiro estivo Andujar riusciva a riconquistare la fiducia e il sostegno dell’ambiente di Torre del Grifo, difendendo con le unghie e con i denti quel posto da titolare che nelle stagioni passate faceva a tratti di tutto per non meritare. Un pre-campionato positivo, dove si confermava al primo posto nella gerarchia dei portieri, faceva da preludio ad una stagione dall’avvio balbettante ma da un prosieguo su livelli mai toccati in precedenza: escludendo alcuni episodi isolati (come l'incertezza sulla punizione di Togni a Pescara o situazioni di nervosismo come la reazione a Barreto al termine del derby di ritorno), Mariano esibisce un rendimento superiore alla sufficienza, insieme ad una sicurezza e ad una padronanza della posizione e degli interventi ordinari in area che in passato non si era vista.

Come premio, attestato di fiducia, ma anche strumento di valorizzazione del suo potenziale, è arrivata l’estensione di un altro anno del contratto, con scadenza nel 2015. Una mossa non certo da sottovalutare, se si pensa alle conseguenze che si stanno attualmente presentando per la gestione di Frison, e che esprime il disegno e la ponderatezza di una precisa scelta da parte della società, leggibile anche alla luce di un evento importante dove il quasi 30enne argentino si candiderà a recitare un ruolo da protagonista.

Si tratta dei Mondiali dell’anno prossimo in Brasile, per i quali la nazionale argentina del ct Alejandro Sabella è prossima a staccare il biglietto. Mariano non è titolare e la sua ultima gara con l’Albiceleste risale ad un anno e mezzo fa (Venezuela-Argentina 1-0 per le qualificazioni mondiali dell’11 ottobre 2011), ma dando continuità alla linea di crescita vista nella stagione appena conclusa potrà creare più di un grattacapo a Sabella nella definizione dell’ordine dei portieri. Una possibilità che prende corpo anche dopo il campionato non esaltante con la maglia della Sampdoria (l’unico tra i giocatori del suo ruolo con oltre 25 presenze ad avere la media voto della Gazzetta insufficiente) di Sergio Romero, da tre anni stabile titolare in patria.

E’ chiaramente presto per parlare di duelli, confronti e vantaggi dell’uno o dell’altro nella conquista del posto nel torneo in cui si punterà a far tornare l’Argentina sul tetto del mondo dopo 28 anni, ma Andujar avrá senz'altro la possibilità di guadagnarsi la vetrina più importante della propria carriera. Prima ancora che dal riscatto o meno di Romero e dalle scelte di Sabella, il suo ruolo ai prossimi Mondiali dipenderà soprattutto dal suo rendimento e dal proseguimento della sua crescita nell’annata 2013-14, con un eventuale ritorno positivo anche sulla squadra che gli ha dato la possibilità di riscattarsi e, come lui, vuole continuare il proprio percorso guardando in alto. Il prossimo 11 luglio, data di inizio del ritiro pre-campionato, si passerà rapidamente dai discorsi di circostanza e dai propositi alla realtà del lavoro sotto il sole di Torre del Grifo per mettere la propria firma su un piccolo “Mondiale”: l’ottava salvezza consecutiva in serie A e, perché no, un altro piazzamento finale nella Top 10.