Lo ha ammesso anche il diretto interessato nel “tweet” di addio durante il suo viaggio di sola andata alla volta di Genova: sia per Francesco Lodi che per il Catania non sarà facile mettere in archivio due stagioni e mezzo di grande affiatamento e gratificazioni a livello umano e sportivo, ma il dettame “la vita va avanti” è un corollario facilmente deducibile dalla logica del mercato e dalle esigenze di sfruttare qualunque opportunità si presenti. Lo pensa l’ormai nuovo regista del Genoa, lo pensa anche la dirigenza di via Magenta che nella trattativa con il club di Preziosi ha pattuito uno scambio di comproprietà con il greco Panagiotis Tachtsidis.

Tachtsidis nasce a Nauplia, città sita nella periferia del Peloponneso, il 15 febbraio 1991. Cresce calcisticamente nell’AEK Atene, con cui debutta tra i professionisti all’età di 16 anni. In tre stagioni ha la possibilità di mettersi in mostra, per quanto non sia una prima scelta, con 27 presenze totali condite da due reti e concentrate maggiormente sulle seconde due. Nell’aprile 2010 il Genoa, impegnato in una “retata” di giovani talenti nell’Europa mediterranea e dell’est (si ricordi la famosa trattativa per Lewandowski), lo acquista e lo gira poi in prestito al Cesena neopromosso in serie A; in Romagna non trova mai spazio e allora a partire da gennaio gioca le sue prime gare “italiane” in B, al Grosseto, dove raccoglie otto presenze. La prima spalla all’anonimato Tachtsidis la dà però nella stagione successiva, dove partendo  in punta di piedi si erge ad uno dei protagonisti del Verona di Mandorlini che da neopromosso in cadetteria sfiora la promozione in A fermandosi alle semifinali dei playoff (eliminato dal Varese del suo nuovo tecnico Maran, ndr): Panagiotis gioca 39 delle 44 gare totali siglando anche tre reti. Poi, nella scorsa estate, la Roma lo acquista per metà dal Genoa, fortemente voluto da Zeman che arriva a preferire le sue caratteristiche tattiche nel ruolo ad un certo Daniele De Rossi, mai entrato nelle grazie del boemo; nonostante ciò, Tachtsidis non brilla e dopo l’esonero di Zeman vede il campo molto meno, una frangia della tifoseria lo prende di mira (ad aprile scritte offensive sulla sua auto prima del derby di ritorno in campo) e il primo gol in serie A, messo a segno in Bologna-Roma 3-3 del 27 gennaio scorso, è poca cosa rispetto all’andamento complessivo e all’esito dell’annata: il club giallorosso lo saluta senza troppi dispiaceri e il Genoa riacquista il suo intero cartellino. Durante la stessa stagione si registrano comunque i suoi primi due "caps" con la nazionale del suo paese: l'esordio avviene il 14 novembre 2012 nell'amichevole vinta per 1-0 a Dublino contro l'Irlanda di Trapattoni.

L’accostamento dei due nomi nello scambio, ventilato già da diverse settimane, ha prodotto una reazione composita se non contrastante presso la piazza etnea, sebbene abbia poi gradualmente prevalso un atteggiamento di assoluta fiducia nella politica di mercato del club. Il Catania ha voluto certamente cogliere l’opportunità di un ricambio in una posizione centrale per gli schemi tattici, evitando il rischio di subire gli effetti negativi di un’eclissi o di un logoramento psicofisico o motivazionale di un giocatore che ha dato tanto nella sua esperienza in Sicilia; a 29 anni un professionista come lui, riuscito a ritagliarsi uno spazio importante in ambito nazionale dopo tanto sudore in cadetteria, non può rimanere sordo ad offerte che possono prefigurare “il contratto della vita”.

Con un abbraccio e una pacca sulla spalla il Catania congeda il centrocampista di Frattamaggiore, autore di 18 gol tra punizioni e rigori in due anni e mezzo, alcuni dei quali pesanti, e si accinge ad accogliere a Torre del Grifo il portato di una scommessa condotta neanche troppo alla cieca.

Tachtsidis non arriva certamente con un biglietto da visita invitante per quanto riguarda la stagione passata, ma in Sicilia si provvederà ad impostare la sua esperienza su basi radicalmente diverse: non si cercherà di avere subito da lui il rendimento ad alto livello, bensì di “impiantarlo” con cura nel progetto tecnico-tattico di Maran in una collocazione sul campo tra l’altro naturale, contrariamente a quanto sia avvenuto con il suo precedessore, che ha sempre mostrato qualche lacuna nel mantenere la giusta posizione in entrambe le fasi di gioco.

A Catania Tachtsidis troverà un contesto più adatto ad indirizzarlo nel lavoro quotidiano e proteggerlo dalle pressioni dell’ambiente, comunque non equiparabile per tensioni indotte a quello capitolino; in virtù dei suoi sette anni in meno rispetto a Lodi, i rossazzurri cercano di dare nuova linfa ad un anello della spina dorsale tattica in campo. Messa in archivio la trattativa, si comincerà a pensare al greco in maniera indipendente dal rendimento e dalle caratteristiche di Lodi, rispetto alle quali il 22enne di Nauplia presenta marcate differenze.

Giocatore dal fisico longilineo e consistente (191 cm x 86 kg), mancino di piede, prefigura uno stile di gioco e una presenza in campo più dinamica e attiva nella manovra, con una buona disciplina tattica in entrambe le fasi di gioco. Tecnica, geometrie e senso della posizione fanno il resto per un elemento che può compensare l’elevata affidabilità sui calci da fermo con l’abilità negli inserimenti e una maggior solidità nel filtro in mediana. Bisognerà attendere da lui le giuste risposte sul campo, confidando in un ambientamento positivo e nella sua voglia di riscatto dopo la spaesante esperienza romanista, insieme a quella di dare una spinta decisiva alla propria carriera con una serie di stagioni che lo affermino per rendimento e figura di giocatore.

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