A Catania, con la pessima situazione in campionato e uno spettro retrocessione che si sta sempre più materializzando, in molti questa partita non avrebbero neanche voluto che si giocasse. E non è riuscito a giocarla con lo spirito giusto un Catania imbottito di seconde linee, alcune ormai fuori dai piani tecnici, anche per questo mai capace di indirizzare concretamente il match dalla propria parte. Di contro, il Siena di Beretta, giunto in Sicilia senza pressioni e con la reale ambizione di passare il turno, tra picchi e momenti di fisiologica flessione ha sempre la gara in pugno e si concede pure la goleada nel finale. Finisce 1-4 l'ottavo di finale della Tim Cup 2013-14, i bianconeri si regalano il derby toscano con la Fiorentina ai quarti (23 gennaio) mentre i rossazzurri scrivono un'altra pagina nera della propria sciagurata stagione.

De Canio, che ha lasciato a casa tutti i titolari, orienta le proprie scelte in base al livello dei giocatori fidandosi della voglia di riscatto di singoli ai margini come Andujar, Monzon e Maxi Lopez, questi ultimi esterno sinistro e punta centrale nel 4-3-3, dove sin da subito si metterà in evidenza a sinistra Leto: l'ex Panathinaikos, determinato e in crescendo di forma come mostrato con l'Atalanta, si candida ad essere una delle armi per il riscatto nei risultati, che però presupporrà ancora coesione e spirito di gruppo, oltrechè una guida tecnica consapevole. Subito dal 1' Fabian Rinaudo, a centrocampo con Lodi e Guarente. Nel Siena Beretta mette sul tavolo le proprie carte senza mosse speculative, il solo Farelli in porta è la riserva che trova spazio nell'undici di partenza disposto col 3-4-3, Giacomazzi è il centrale difensivo dietro la linea dei mediani a quattro mentre Rosina è trequartista a tutto campo in appoggio all'ariete Paolucci, ex ricordato con affetto dai tifosi catanesi (9 gol nella stagione 2008-09, 7 in campionato), e a Giannetti.

Le differenze nella serenità legata ai momenti vissuti in stagione e nella fluidità degli automatismi orientano sin da subito i rapporti di forza in campo, il Catania prova ad imporsi a tratti con la carica agonistica che si conviene a chi gioca in casa e l'impeto fisico, ma è il Siena a mostrare l'impianto di gioco più solido, manovrando più volte nella metà campo avversaria. E' illusorio il vantaggio etneo dopo 4 minuti: su una punizione di Lodi (impiegato al pari di Peruzzi perchè squalificato per la Fiorentina in campionato) Leto calcia col mancino di prima intenzione dalla trequarti lasciando partire un bolide a fil di palo imprendibile per Farelli.

De Canio in panca non si scompone, sa che gestire la situazione favorevole fino alla fine sarà complesso e del resto il Siena, dopo aver rischiato il raddoppio (Lodi non trova la porta dalla distanza su un rinvio forzato di Farelli, dopo un malinteso con un compagno), non perde affatto la presa sul match e sfiora il pari con un esterno ad uscire di Rosina al 14'. Gli etnei faticano a tessere trame per uscire palla a terra dalla propria metà campo, è buono l'impatto sul match di Fabian Rinaudo che però, al minuto 22, calcia in maniera poco convinta su assist di Maxi Lopez al termine di una ripartenza e non crea problemi a Farelli.

Il Siena cerca le misure per colpire e le trova due minuti più tardi: sulla destra Angelo penetra in area, salta Capuano e dal fondo mette in mezzo, respinta corta di Andujar che Paolucci raccoglie e ribadisce tempestivamente in rete. Il marchigiano non esulta per rispetto verso la sua vecchia tifoseria, che dal canto suo caccia fischi di disapprovazione e preoccupazione. Nel Catania Leto predica nel deserto e si sobbarca pure le mansioni di rifinitura sulla corsia sinistra, in luogo di un Monzon ancora una volta anonimo, mentre gli ospiti hanno sempre il comando delle operazioni e cercano, pur timidamente e senza mai creare seri pericoli, il sorpasso già prima dell'intervallo. L'espressione assorta e quasi dimessa di De Canio dalla panchina è l'immagine fedele di un Catania impotente, tornato tra i fischi negli spogliatoi dopo il primo tempo.

La deludente esperienza in rossazzurro di Monzon trova probabilmente la fine durante la pausa, con la sua sostituzione appannaggio di uno scalpitante Keko. La manovra etnea denota subito maggiore intraprendenza, il Siena concede qualche spazio in più alle incursioni di Leto e compagni ma troverà il vantaggio nel suo momento peggiore: al 60' Rosina crossa dalla trequarti, Legrottaglie e Gyomber si dimenticano di Valiani che scatta in posizione regolare e sfiora la palla di testa quel tanto che basta per non correggere troppo la traiettoria, che termina in rete alle spalle di Andujar. Il pubblico, in discreta entità considerando il giorno e l'orario del match, rumoreggia, ma seguono venti minuti di buona intensità dei rossazzurri, vicini al gol per due volte in due minuti con Leto (bravo Farelli sulla sua acrobazia) e Keko (palo esterno). Seguono diversi tentativi, il Siena tira i remi in barca e regge a fatica e traballa ancora al 74', con Leto che da buona posizione spara addosso a Farelli su sponda di Maxi Lopez.

Poco dopo le energie dei padroni di casa vengono meno e i ritmi non sono più sostenuti, Beretta aggiusta le cose inserendo forze fresche e ordine in mediana con l'esperto Vergassola. La squadra di De Canio ci prova ancora con Lodi su punizione e, all'88', con un tiro-cross di Maxi Lopez per poco non deviato da Boateng in spaccata. E' il canto del cigno per gli etnei, che crollano subendo con inermità l'1-3 di Pulzetti al 90' e l'1-4 del giovane Rosseti al 93', seguito dal triplice fischio dell'arbitro e dagli altri, assordanti, della platea catanese, che riserverà poi applausi ai giocatori bianconeri, premiati dall'esito finale e dal punteggio per la preparazione, l'approccio e il coraggio con cui è stata condotta la gara.

La Robur continua quindi il proprio cammino in Coppa Italia, unica squadra di serie B tra le otto rimaste. Dopo aver messo al tappeto tre squadre di A (Livorno, Bologna e appunto Catania), il prossimo 23 gennaio si sognerà lo sgambetto alla Fiorentina nel derby. Buio pesto invece in casa Catania, che proprio contro i viola dovrà cercare il proprio riscatto al "Massimino" domenica. Era dato per molto probabile l'esonero di De Canio in caso di sconfitta anche oggi, ma in via Magenta sembra che si continuerà con il materano in panchina.