Perso "Pepito" Rossi e non ancora recuperato Gomez, la Fiorentina trova i gol di Alessandro Matri nel contesto di una prova di grande spolvero, che vale la quarta vittoria nelle ultime cinque gare. I viola di Vincenzo Montella spadroneggiano al "Massimino" contro il Catania di Rolando Maran e si avvicinano al terzo posto (adesso è di tre punti il gap dal Napoli). Lo 0-3 di oggi pomeriggio, nella prima giornata di ritorno del campionato di serie A, è uno specchio dei parametri e delle peculiarità fatte intravedere globalmente nella prima parte di torneo: gigliati brillanti e sul pezzo a dispetto dei cambi forzati di pedine, etnei incapaci di dar luogo ad una reazione comune alle difficoltà e immersi in una mediocrità tecnico-tattica impensabile per i nomi in organico.

Eppure al "Massimino" fino a prima del match si avvertivano i primi aliti di un vento di cambiamenti, con il ritorno di Maran che, per l'importanza del momento, accompagna la squadra con la sua presenza anche durante la fase di riscaldamento. Il tecnico trentino getta subito nella mischia Bellusci, al centro della difesa insieme a Spolli, Rolin viene adattato a sinistra mentre Fabian Rinaudo disputa la sua prima in A al centro della mediana, al posto dello squalificato Lodi. Nella Fiorentina Montella sceglie il 4-3-3, con Cuadrado e Vargas esterni alti in appoggio a Matri, subito titolare dopo il suo arrivo in settimana.

L'inizio è a ritmi blandi, Fiorentina al "risparmio" e Catania che con poche pretese cerca di imporre i propri ritmi con una manovra avvolgente e uno stabile possesso palla. Dopo sei minuti Plasil dialoga con un compagno sulla trequarti e calcia a giro, ma Neto blocca senza problemi; i viola prendono gradualmente le misure ma cercano di creare i primi pericoli ricorrendo a soluzioni dalla distanza con Borja Valero e Cuadrado, entrambi i tentativi fuori misura. Una girata da dentro l'area di Castro, diretta verso la porta ma deviata in angolo da un difensore, è un incoraggiamento per buona parte dei tifosi etnei sugli spalti, fiduciosi in un Liotro che sappia reggere la banda di Montella e tentare a riprese lo sgambetto, ma i rossazzurri riescono a far ricredere in pochi minuti.

Merito anche della Fiorentina, "svegliata" dalla precedente situazione e dalla soglia dei primi 20 minuti pronta a fare sul serio. Visibilmente più elevata l'intensità dei gigliati, che mettono a nudo le fragilità ma soprattutto lo scarso mordente dei padroni di casa; Pizarro (buona prestazione oggi del cileno, dopo alcune prove opache delle scorse settimane) e compagni guadagnano terreno e anticipano sui palloni con relativa facilità, trovando il vantaggio al 25': azione corale sulla trequarti, Matri raccoglie palla e fa sponda per Mati Fernandez, che con un delizioso destro d'esterno dal limite gonfia la rete e libera il boato del centinaio di sostenitori ospiti.

Già un minuto prima Matri per poco non riusciva a festeggiare il suo esordio in viola, non arrivando a sfruttare un'uscita a vuoto di Frison, ma il suo momento arriverà non molto dopo: al 28' l'ex Juve e Milan è bravo a sfuggire al controllo dei centrali e a deviare in spaccata un cross di Pasqual dalla sinistra, la palla va ad insaccarsi lemme lemme sul secondo palo e al "Massimino" la Fiorentina vede il nascere di una nuova storia lieta in zona gol. C'è un'altra storia, dalla trama decisamente meno idilliaca, che assume sempre più risvolti orribili: quella di un Catania che nel giorno della speranza di quel tanto agognato cambio di rotta prende due schiaffi in men che non si dica e non riesce più a costruire.

Gli etnei squillano dalle parti di Neto solo con una debole punizione di Barrientos, parata facilmente dal brasiliano (lui e la difesa viola imbattuti da cinque gare), poi al 40' incassano il terzo gol che di fatto chiude la gara: Frison respinge come può un tentativo di Mati Fernandez, prima deviando pericolosamente la sfera verso la linea di porta e poi smanacciando in caduta, ma Matri è in agguato e in 45 minuti con i viola supera già lo score (una rete) in oltre 900 minuti col Milan tra campionato e Champions nella prima parte di stagione. Per il Catania si calano già le saracinesche e si perde l'apporto del pubblico, irritato dallo sbando degli etnei in campo e prodigo di fischi amari e cori rabbiosi già prima dell'intervallo.

Ha poco da dire la ripresa, dove Matri non rientra per un problema al polpaccio (da valutare nei prossimi giorni), sostituito da Matos; nella Fiorentina entra anche Roncaglia per Tomovic, mentre nel Catania Maran cerca la scossa con Leto al posto di Rolin per un 4-3-3 a trazione offensiva. L'argentino ex Panathinaikos tenta subito di incidere ma predica nel deserto di una squadra sfiduciata e senza idee, bersaglio dello scoramento dei sostenitori di casa, spazientiti dalla mancanza di riscontri concreti a fronte di una classifica sempre più deficitaria. Gli etnei canalizzano la propria rabbia in direzioni sbagliate, come al 53', quando Spolli colpisce a terra Matos con un calcio alla testa davanti alla panchina viola: il guardalinee non segnala l'accaduto ma sull'argentino potrebbe abbattersi la mannaia della prova tv.

La squadra di Montella è padrona assoluta del gioco e detta i ritmi a piacimento, e sfiora pure il poker allo scoccare dell'ora di gioco, con un Mati Fernandez in giornata che scheggia l'incrocio dei pali su punizione. Per il Catania tentativi di Leto (Neto costretto alla deviazione in angolo), Plasil e Keko (al 71' al posto di un Castro ancora di netto sotto la sufficienza, "Pata" fischiatissimo all'uscita), ma nulla più. Gli etnei non vedono l'ora di lasciare il campo, gli unici applausi sono per Rinaudo alla sua uscita (ordinata la prova dell'ex Sporting Lisbona, unica "macchia" l'ammonizione per un'entrata inutile e perdipiù pericolosa su Tomovic); la Fiorentina fino alla fine fa la sua gara producendo nel finale un inserimento in profondità di Matos, che si muove bene ma conclude a lato. Banti non dà nemmeno il recupero e il Catania esce a testa bassa e con altri interrogativi, la Fiorentina torna a vincere al "Massimino" dopo quasi cinque anni.

I gigliati, anche in caso di risultato positivo del Verona a San Siro con il Milan, archivieranno questa giornata aumentando ad otto il margine di vantaggio sul sesto posto in classifica, ma soprattutto è a tre lunghezze dal Napoli terzo, fermato a Bologna. Terza sconfitta casalinga, tredicesima in assoluto in stagione, per il Catania che rimane ultimo a -4 dal quart'ultimo posto, con peggior attacco e peggior differenza reti.