Non andate a raccontare, dalle parti di Verona, nel quartiere Chievo, che i miracoli non esistono, perché vi rideranno in faccia. Da quelle parti, chi è abituato, quantomento per quanto riguarda l'aspetto meramente sportivo, a farne a stagioni alterne è Rolando Maran, dapprima calciatore e quasi bandiera della squadra clivense, trascinata dalla serie C2 fino alla B prima del grande salto, poi da guida magistrale in panchina. 

Rolando Maran è il Chievo. Dopo essere tornato a casa dopo anni di girovagare che non gli hanno dato enormi soddisfazioni come e quanto meritasse, nella scorsa stagione, assieme a Sarri, Mihajlovic e forse pochi altri, l'allenatore della squadra provinciale per eccellenza è salito alla ribalta per gioco spumeggiante e risultati clamorosi. La tranquilla salvezza ottenuta dai gialloblù è valsa a Maran il rinnovo del contratto per i prossimi tre anni: una bandiera, appunto. Il Chievo riparte da lui, ed ai microfoni della Gazzetta dello Sport, il mister di Rovereto parla così del nuovo corso clivense. 

"Il contratto mi rende orgoglioso e aumenta il senso di responsabilità. Ringrazio il Chievo, l'obiettivo è ripagarlo con i fatti. Tattica? Io creo i presupposti per mettere nelle condizioni ideali i giocatori di scegliere la soluzione migliore. Lasciare libertà al massimo non va bene, vincolarli all'estremo neanche". Così come lo scorso anno l'obiettivo non è la salvezza, ma creare un'identità ben precisa, di intenti e di squadra: "Il mio obiettivo è dare un'identità alla squadra. Dall'aspetto posso sembrare tenero, in realtà sono un sergente di ferro: agli allenamenti si sente solo la mia voce. Amo il dialogo e il confronto, ma poi decido solo io. Un allenatore deve essere anche un buon psicologo. Un giocatore motivato ma meno forte rende molto di più di uno bravo ma senza stimoli".

Scendendo in profondità, nell'animo della rosa clivense, la bandiera sul campo è senza alcun dubbio Sergio Pellissier, rilanciato dallo stesso Maran la scorsa stagione: "Sono contento di aver contribuito al suo rilancio. Si è messo a disposizione con l'umiltà di un ragazzino, mai una polemica. Questo sarà l'anno di Paloschi: è un ragazzo straordinario. Gli ho detto che deve battere il suo record di gol in Serie A". Il nuovo Chievo che si affaccia alla Serie A avrà a disposizione nella prossima stagione i nuovi arrivi Pepe e M'Poku: "Simone mi ha colpito per l'entusiasmo. La cosa fondamentale per me è che abbia voluto fortemente il Chievo. M'Poku è il giocatore che ci mancava, fuori dagli schemi. E' bravissimo a saltare l'uomo". Obiettivi per la prossima stagione: "La chiamata in Serie A, per me, è arrivata quando l'ho meritata. L'ho raggiunta dopo aver fatto tanta palestra e quindi ho il vantaggio di essere allenato. Il nostro Scudetto è la salvezza, ma per carattere mi piace guardare sempre più su. Maglio lavorare a fari spenti però".

Gli stessi fari spenti con i quali il Chievo si appresta a vivere l'ennesima stagione in Serie A. Il faro, la luce, la certezza, a Verona, sponda Chievo, ha un nome ed un cognome. Il resto è noia.