Maurizio Sarri viene dal basso, dal calcio di periferia, forse per questo non si spaventa di fronte alle lodi e agli applausi che circondano il suo Empoli. Conosce il calcio, in ogni suo aspetto. Nel mondo del pallone l'esaltazione è spesso momentanea, si passa con estrema rapidità dall'estasi al tormento. L'importante è mantenere i piedi ben saldi, fissare un obiettivo e seguire la retta via. L'Empoli cresce nella serie cadetta, si plasma in un campionato difficile, giunge in A e segue i medesimi paletti, bel gioco, mix di esperienza e gioventù e in panchina lui, Sarri, l'antidivo. 

Le sembianze di un uomo del passato, vissuto, la sigaretta, la sensazione di un allenatore calato in una realtà diversa. Pensando alla guida tecnica moderna, difficile immaginare Sarri. Oggi imperversa la tendenza ad affidare squadre importanti o meno ad ex calciatori, catapultati dal campo alla panchina, o a personaggi di grido, abituati alle luci della ribalta. 

Sarri è l'esatto opposto, allena da una vita, mastica calcio, studia e insegna, con umiltà. Ecco perché forse piace meno, attrae meno. Eppure la cavalcata dell'Empoli è lì a dimostrare l'importanza di un allenatore alla Sarri, uno vero per intenderci. Anche le grandi cominciano ad ammirare il miracolo Empoli, ne studiano il gioco, ne sondano l'artefice. Il Milan, assodata l'inconsistenza di Inzaghi, si guarda intorno per il futuro. In pole Mihajlovic, ma Sarri c'è. 

"Può darsi che su di me ci siano dei forti pregiudizi e che diranno sempre che sono un tecnico che può allenare solamente a Empoli o in società simili a questa. Però il nostro sforzo deve essere sempre quello di dimostrare il contrario, anche se poi io a Empoli posso rimanere tutta la vita perché ci sto benissimo". Queste le parole di Maurizio Sarri, premiato a Sansepolcro con "La Clessidra d'oro".

Non è però ancora tempo di pensare al futuro. L'Empoli, ad oggi, è in una situazione di classifica tranquilla, scampato il pericolo sconfitta a Cagliari, ora è atteso dall'esame Sassuolo. I nero-verdi di Di Francesco, reduci dall'ampio successo con il Parma, hanno due punti in più dell'Empoli, quello del week-end è a tutti gli effetti uno scontro diretto. 

Sarri pensa già alle possibili difficoltà, individuando nelle qualità del reparto offensivo il possibile problema da arginare "Quando una squadra davanti fa giocare attaccanti del calibro di Zaza, Sansone e Berardi, non ti puoi aspettare niente di semplice. Il Sassuolo, per le dimensioni della città, viene considerata una provinciale ma in realtà è una società con una forza economica da grande squadra. Per questo ci attende una partita difficilissima".