Nell'insolita cornice del sabato pomeriggio alle 15 va in scena al Castellani la sfida tra Empoli e Genoa, che premia la squadra più brillante e, alla fin dei conti, cinica. Gli azzurri di Giampaolo si confermano quadrati e compatti e non concedono quasi nulla al Genoa di Gasperini, che fuori casa si scioglie ancora una volta. Decidono i gol di Krunic nel primo tempo e di Zielinski nella ripresa. L'Empoli, grazie a questo successo si stacca dalla coda della classifica, allungando a quota 10 sul Verona terzultimo.

Giampaolo conferma la coppia d'attacco composta da Maccarone e Pucciarelli, con Krunic alle loro spalle. Paredes e Zielinski accompagnano Dioussé in mediana, mentre Costa è l'unica novità in difesa in luogo di Barba. Oltre al ritorno di Perin in porta, Gasperini rivoluziona il Genoa, con Munoz ed Izzo ai lati di Marchese, che agisce al centro della difesa. Ntcham viene schierato a centrocampo con Tino Costa, mentre Rincon scala sulla destra. Davanti Perotti trequartista alle spalle di Pavoletti e Gakpé.

L'inizio di gara è tutto per i padroni di casa e per Zielinski, che è in palla e si mette in mostra per un paio di iniziative molto pericolose dalle parti di Perin: la prima sulla destra, chiusa in angolo, la seconda con una conclusione dal limite che termina alta. L'estremo difensore rossoblu salva anche sulla riga una velenosissima punizione di Paredes. Il Genoa prova a riposizionarsi in campo, anche se il nuovo assetto disposto da Gasperini non paga dividendi: Perotti è spesso imbrigliato tra Dioussé ed i centrali avversari, mentre Pavoletti non riesce a trovare varchi in profondità e spesso cade nella trappola del fuorigioco. Le uniche folate degli ospiti portano il nome di Gakpé che sfrutta la sua velocità per creare scompiglio sulla destra, ma senza mai essere pericoloso dalle parti di Skorupski. La fase centrale della prima frazione è alquanto equilibrata e noiosa con le squadre che preferiscono difendere piuttosto che offendere. L'episodio che cambia il volto alla gara arriva al minuto 30: Pucciarelli scambia con Maccarone che gli serve l'assist per battere al volo dall'interno dell'area, con la sfera che sorvola la traversa. La squadra di casa si galvanizza e capisce che può osare: lo scatenato Zielinski scambia con Pucciarelli che gli torna la sfera sulla sinsitra; il suo cross è perfetto, non per l'accorrente attaccante che non c'arriva, bensì per Krunic che sbuca alle sue spalle e punisce Perin da pochi passi. Gakpé è l'unico che ha un moto d'orgoglio e ci prova con una conclusione dal limite che Skorupski alza in angolo.

Il Genoa fa molta confusione e manca d'identità e piglio (cosa che in casa a Marassi non manca mai), sorpattutto in mezzo al campo in fase di possesso palla, dove Tino Costa non prende mai in mano le redini del gioco e Rincon, sulla destra, è un pesce fuor d'acqua. Le cose non cambiano nella ripresa, con l'Empoli che riprende dove aveva lasciato: Maccarone viene servito da Pucciarelli dalla destra, ma non riesce a girare contrastato da Marchese. Il copione non cambia e stavolta, dopo il cambio di uno spento Perotti, è Krunic a scappare sull'out destro: stavolta Maccarone gira bene, ma sulla traversa; sulla respinta il più lesto è Zielinski che viene ripagato degli sforzi della prima frazione. Il gol del raddoppio spegne le residue speranze degli ospiti, che nonostante i cambi di Gasperini della ripresa, non creano quasi mai pericoli dalle parti della porta empolese. Anzi, è Krunic a sfiorare la doppietta personale, con Cissokho che salva a pochi passi dalla linea di porta. Nel finale Lazovic regala un pò di brio alla manovra del Grifone, e serve a Capel sul mancino l'occasione per il punto della bandiera, ma Skorupski gli nega anche questa gioia.

Punteggio e risultato più che giusti al termine della gara, che premiano la squadra con maggiore identità e che, nel corso della stessa, ha avuto maggiore fiducia e continuità nelle proprie idee. Genoa spuntato e senza mordente, che lontano dal catino di Marassi perde brillantezza e verve. Gasperini avrà bisogno di altro tempo per plasmare al meglio la sua giovane truppa.