Ultimi novanta minuti di fuoco. Vincere e sperare in un risultato favorevole da Siena. Con questi presupposti la Fiorentina scende in campo all’Adriatico di Pescara, contro una formazione biancoazzurra ormai avara di motivazioni e già retrocessa nella serie cadetta. Viola al completo, ma per precauzione Montella lascia in panchina Savic e Aquilani preferendogli Compper e Mati Fernandez. Bucchi, invece, è alle prese con numerose defezioni, che lo costringono ad assemblare un undici inziale rattoppato e portare con sé in panchina ben sei ragazzi della formazione Primavera. Arbitro del match è De Marco della sezione di Chiavari.
 
A dispetto della classifica è il Pescara a rendersi più pericoloso nel primo quarto d’ora. Il divario tecnico, però, è evidente e favorevole ai viola, che dopo l’apnea dei minuti iniziali comincia a tessere la propria tela. Sventati i pericoli portati da Sforzini e Celik, infatti, si accende l’estro di Mati Fernandez e Borja Valero e la squadra non può che beneficiarne. Comincia il cileno: imbucata a sinistra per Pasqual sul filo del fuorigioco, che a sua volta serve al centro Jovetic, ma il piattone del montenegrino è troppo centrale per impensierire Perin. Poco dopo è la volta dello spagnolo, che sale in cabina di regia e dirige il vantaggio gigliato. Apertura a destra per Cuadrado, bravo a trovare il fondo e a girare al centro un ottimo rasoterra, Ljajic si fa trovare pronto e sblocca il risultato. Il Pescara accusa il colpo e subisce il raddoppio, ancora ad opera del talento serbo, bravo a ricevere in area l’assist di Mati Fernandez e a bucare nuovamente Perin; decimo gol in campionato per lui. Arriva la notizia del vantaggio del Siena, i tifosi esultano e i giocatori mettono in cassaforte la partita. Dialogo tra Borja e Mati al limite, botta del cileno dal limite e terzo gol a referto. I padroni di casa battono un colpo con il tiro di Di Francesco, che deviato mette qualche brivido a Viviano. Con i tifosi del Pescara che abbandonano la curva, esponendo anche uno striscione polemico, il primo tempo volge al termine sul risultato di 3-0 per i viola.
 
Nella ripresa, dopo meno di dieci minuti Jovetic cala il poker sfruttando un rimpallo su passaggio di Mati Fernandez. Ultimo gol in maglia viola per lui? Chissà. Cinque giri di orologio e Ljajic si regala lo sfizio della prima tripletta in Italia: movimento del serbo a smarcarsi, assist al bacio di Jovetic, palla in rete. La partita non ha più niente da dire e sia Montella che Bucchi buttano nella mischia le seconde linee, molti di essi al debutto. Arrivano così le prime volte di Wolski, Vittiglio, Lupatelli e Giuseppe Rossi, al rientro in campo dopo 19 mesi. Il ritmo in campo cala mostruosamente, ormai tutta l’attenzione è rivolta a Siena e il Pescara ne approfitta per segnare il gol della bandiera con Vittiglio, bravo ad approfittare di una respinta corta di Lupatelli su punizione di Togni. Ci si trascina lentamente fino al 90’, ma a pochi dal termine arriva la notizia che nessun viola avrebbe voluto sentire: Milan in vantaggio. Scende il gelo, Jovetic ha un gesto di stizza, Montella ha la sensazione di chi se l’aspettava da un momento all’altro. Finisce così, una larga vittoria utile solo alle statistiche e a sigillare una stagione d’oro, che consegna alla Fiorentina il quarto posto finale. Quanto al Pescara, questa passerella finale è l’emblema del disastroso girone di ritorno e segna la 28ª sconfitta stagionale, record assoluto.