Rispetto. Montella si schiera con la squadra, con il progetto. La Fiorentina, travolta dal Siviglia, si chiude tra le sacre mura del Franchi e rivendica il lavoro svolto, i risultati ottenuti con impegno e sacrificio. Dall'altra parte il pubblico, i fischi, la contestazione. Un filo sottile, di tensione, percorre l'ambiente, quando la stagione riserva ormai le ultime uscite. C'è da chiudere il discorso Europa, in vista della prossima stagione. Una vittoria, questa sera, consentirebbe ai viola di riconquistare il quinto posto, utile per l'accesso diretto alla prossima Europa League, senza il fastidioso antipasto dei preliminari.

Tre giornate, per chiudere il cerchio, prima della possibile rivoluzione estiva. Il Milan corteggia Montella e l'aeroplanino annuncia il possibile addio. Firenze è amore, spinto al limite, è bellezza, passione. La Fiorentina, all'apparenza, è a un punto di non ritorno, più in là, con queste basi, è difficile andare e Montella, uomo di calcio, lo ha capito, da tempo.

Alle 19, il Parma di Donadoni, spinto da orgoglio e dignità, scende in campo per onorare il finale di stagione, per costruire il futuro. Montella prepara la difesa a 4, con Tomovic, recuperato, Savic, G.Rodriguez e Pasqual. Pizarro in regia, Aquilani e Mati Fernandez mezzali, Borja Valero si siede in panchina per un turno di riposo. Il contestato Gomez si gioca il posto con Gilardino al centro dell'attacco, dubbi anche nella composizione del tridente. Diamanti - non schierabile in Europa - è riposato, ma Ilicic vive un momento di grazia, certa la presenza, infine, di Salah. Ultimo dubbio tra i pali, Tatarusanu insidia Neto.

Tra i ducali, assente per squalifica Lila, 4-2-3-1 al via, con Palladino e Coda in lotta per una maglia. Sulla trequarti, Jorquera riferimento centrale, Ghezzal e Varela ai lati. Nocerino e Mauri a protezione della retroguardia, composta, nel mezzo, da Feddal e Mendes e sulle corsie da Cassani e Gobbi. In porta, Mirante.