A Firenze si chiude l'era Montella, tra strascichi e polemiche e dopo un'estenuante trattativa si apre quella del portoghese Paulo Sousa. Sorridente, soddisfatto, voglioso di iniziare la nuova avventura in Toscana. L'emozione è evidente. L'occasione di arricchire la sua carriera, dopo l'esperienza al Basilea, nel calcio italiano. Firenze abbraccia Paulo Sousa, il portoghese risponde.

"Ringrazio la società per la fiducia in me e nel mio staff. Voglio onorare la storia di questa società. La mia ambizione, insieme alla famiglia viola, alle aspettative di questa piazza, ci potrà spero portare lontano. Con lavoro, e spero fortuna, vogliamo arrivare lontano. Divertire, divertirci e vincere. Godere ogni emozione che porta la vittoria di ogni partita. Sensazioni? Sono ottime. Sono consapevole delle mie qualità, ma so che questa sfida sarà bellissima".

L'avventura di Sousa parte, inevitabilmente, da un paragone con il predecessore. L'eredità di Montella potrebbe essere pesante, e l'ex Basilea analizza gli aspetti somiglianti con l'aeroplanino: "Io sono stato un grandissimo fan di Vincenzo, allenatore che ha impostato un calcio propositivo. Sono onorato di essere qui, abbiamo valori ed ambizioni simili, io e la Fiorentina. Sono super onorato. Il calcio propositivo, di personalità, di imporre il gioco. Mi identifico in questo, ci credo. E' rischioso, sì, ma per arrivare a traguardi importanti credo nel proporre, non nel subire. Sono ambizioso, voglio questo dai miei giocatori. Se riusciamo ad avere intensità e consapevolezza della nostra qualità, riusciremo a prenderci questi rischi e vincere di più. Detto questo, voglio dare una mia impronta. Dare coraggio alla squadra, personalità, carisma in quello che facciamo. Coinvolgere i tifosi: è fondamentale avere alchimia".

A tal proposito, il portoghese parla della prima novità sostanziale del suo mandato: gli allenamenti a porte aperte. "Vogliamo i tifosi più vicini, capire i loro bisogni. Interagire anche in campo, loro devono essere un braccio teso in campo. Vogliamo trovare spazi in certi momenti di averli anche negli allenamenti".

Si passa alla nascita della nuova Fiorentina. Questi i propositi di Paulo Sousa, convinto sugli aspetti principali dai quali partire: "Consapevoli della nostra identità, conquistare i tifosi, cercare di fare gol e vincere le partite. Il calcio è fatto di risultati, ma non basta per me. Voglio vivere queste vittorie, con lavoro e consapevoli delle nostre qualità. Ogni volta che andiamo in campo voglio coinvolgere chi vive questa maglia viola. Io sono sempre ripartito dai giocatori che ho avuto. Quando entro in un progetto non lascio mai quello che è stato fatto prima, cerco di prenderne il meglio e dare il mio input. Sono sempre i giocatori a dettare la squadra. Io voglio migliorare la psicologia, la cultura tattica dei giocatori, per vincere insieme".

Ideali, certo, ma anche moduli di gioco: "Per fare gol non servono 11 punte. L'anno scorso abbiamo fatto meno gol solo di Real e Barcellona. Noi dobbiamo essere capaci di variare. Io punto sulla ricchezza tattica del giocatore, sul capire gli spazi, i compagni, gli avversari. tante cose da capire, poi il modulo secondo me è qualcosa di statico. Il dinamismo invece ti porta qualcosa in più. Dobbiamo dare ad ogni giocatore la possibilità di migliorare".

Gli obiettivi della nuova Fiorentina sono ai più oscuri, ma Sousa fa chiarezza anche su questo punto molto importante: "Ogni traguardo viene dal lavoro che viene fatto. Il domani per questa società viene fissato con obiettivi chiari sul miglioramento di ogni giocatore, e poi dei risultati. Siamo sicuri che insieme raggiungeremo i traguardi. Ho visto la società vicina come caratteristiche alle mie. Ambiziosa".

Uno dei calciatori più importanti della stagione della Fiorentina è sicuramente Salah. Queste le impressioni che l'egiziano ha fatto al neo allenatore viola, che successivamente analizza anche la querelle Gomez: "L'ho visto molte volte, ha fatto benissimo in questa piazza. E' un giocatore da tenere in considerazione. Gomez? Tutti i giocatori sono importanti, se rimangono. Ora devo prendere le misure quelle che sono le mie idee e quelle della società, in confronto alle aspettative che si vogliono raggiungere”.

Infine Sousa approfondisce il rapporto con i fiorentini da calciatore, quando vestiva la maglia della Juventus, acerrima rivale dei viola: "Io sono onorato di essere da anni nel calcio, non tutti hanno la possibilità di fare quello che appassiona. Capisco che mi pensino come ex giocatore della Juve, che ha vinto in finale... ma spero che tutti questi tifosi si ricordino di me per tanto lavoro fatto insieme, dopo essere arrivati a traguardi importanti. I fiorentini? Credo che siamo simili, io e i fiorentini. Esigenti, autocritici. Io sono il primo ad essere esigente con me stesso, con i collaboratori. Voglio raggiungere traguardi importanti. La città è città d'arte, intelligente. Per questo abbinare intelligenza ed arte, anche nel nostro calcio, ci può aiutare a raggiungere cose belle".

Chiaro, puntuale, convinto. Sousa chiude la conferenza stampa con tre aggettivi che devono caratterizzare la nuova Fiorentina: "Ambizione, coraggio, consapevolezza. Senza limite. Se diamo il massimo raggiungiamo alti traguardi". Mica poco...