Dopo la scadenza del suo contratto con la Fiorentina, Alberto Aquilani, ex principino di Roma, passato anche da Liverpool, Juventus e viola, appunto, è alla ricerca di una nuova sfida professionale. A 31 anni (domani) si è molto parlato dell'oneroso contratto che il centrocampista romano si porta con sé ma per stessa ammissione del classe '84 capitolino, è pronto a trattare con una squadra che gli proponga un progetto e qualcosa di stimolante. 

Intervistato alla Gazzetta dello Sport, Aquilani ha fatto così il punto della situazione. Ecco le sue parole, partendo dalla ricerca di un contratto: "Alt, non vivo alcun dramma o trauma particolare. Sono sere­ no, ansia zero, mi godo la fami­glia e mi alleno ogni giorno con un preparatore atletico, Fabrizio Iacorossi. Non ho bi­sogno di un contratto che mi pari il culo per essere felice, meglio aspettare ed essere coinvolto in qualcosa in cui credo davvero. Voglia ne ho, tanta: gli altri riprendono e io sono fermo ma, ripeto, sere­no".

Si è parlato molto dei motivi per i quali l'ex mediano non riesce a trovare squadra, a partire dalle precarie condizioni fisiche e soprattutto al fatto che non si vorrebbe adeguare agli stipendi più bassi che girano in questo periodo nel calcio di Serie A: "Etichette, chiacchiere da bar. Sono una persona intelligente e vedo che il calcio è cambiato, siamo in un’epoca diversa da quella dei contratti milionari. Ho guadagnato benissimo in tutta la carriera, i soldi non so­ no un problema e certo non una priorità. Negli ultimi anni ho sempre giocato con conti­nuità, non solo sono integro ma nel pieno della maturità. Sono sempre andato d’accordo con chiunque, ho giocato con tutti gli allenatori delle grandi squadre in cui sono stato, non ho mai litigato con nessuno. Ma so già che alla prossimain­ tervista mi rifaranno la stessa domanda: “Aquilani, sta bene? E’ guarito?”. Sì, sto bene e pos­so garantire ancora diversi an­ni ad alti livelli. Sono aperto a tutto,Italia o estero: chi mi prende fa un affare". 

La presenza del Principino nella lista degli svincolati potrebbe attirare un progetto ambizioso come quello del Bologna, che puntellerebbe l'organico con un giocatore di sicura qualità ed affidabilità, ma Aquilani parla così del suo passato e della gestione della sua carriera: "Si può sempre fare di più. Ma resto contento e orgoglioso della carriera che ho fatto, ho giocato nei più importanti club del mondo. Ho fatto Mondiali, Europei e Confederations. Li­verpool è una scelta che rifarei sempre, a Roma venivo da un anno difficile e da un infortu­nio, non ne uscivo fuori. Tor­nassi indietro rivedrei magari alcune gestioni contrattuali: ho sbagliato ad andare alla Ju­ve in prestito con obbligo di ri­scatto altissimo, avrei dovuto avere maggiori garanzie. Scel­si di fretta, mia moglie era in­cinta, a Liverpool avevano ap­pena cambiato allenatore. Alla fine giocai più di 35 partite, e bene, nella stagione in cui arrivammo settimi: finii e tornai in Inghilterra. Fossi rimasto, co­me certi compagni che aveva­no fatto peggio di me, e non faccio nomi, oggi sarei stato anche io nel gruppo di chi ha vinto quattro scudetti di fila".

Si torna a parlare del passato, ad esempio della parentesi al Milan, che aveva il diritto di riscattarlo qualora avesse giocato 25 partite. Ecco il pensiero di Aquilani su quella storia: "Una storia assurda, a dicem­bre ero arrivato a diciotto, ne mancavano 7 in sei mesi. Mi fe­ci male e Galliani, con grande trasparenza, mi chiamò per dirmi che voleva tenermi, ma non a certe cifre. Fu una sfortu­na per modo di dire, arrivò su­bito la Fiorentina". 

Ed infine Firenze: "Dopo tre stagioni, specie le prime due bellissime, forse è stato un bene. Ci sono stati tan­ti colloqui per il rinnovo, a gen­naio c’eravamo stretti la mano con l’accordo raggiunto: poi, più nulla, non ho più sentito nessuno. Gli ultimi mesi non sono stati il massimo, ho capito che non saremmo andati avan­ti: avrei voluto un po’ più di chiarezza. Ora osservo dal­ l’esterno: con Montella hanno perso un grande allenatore".

Aquilani si congeda parlando di cosa si aspetta da questo nuovo contratto e dalla proposta della nuova squadra che vorrebbe acquistarne le prestazioni: "Una sfida nuova con stimoli nuovi. Ho bisogno di una squa­dra che creda in me, mi coin­volga e mi dia soddisfazione. Sono convinto che se trovo la situazione giusta posso anche giocarmi un posto ai prossimi Europei. Con Conte c’è stima reciproca, perché non creder­ci? Ho parlato con diverse squadre, con alcune c’è stata anche più di una telefonata, ma ora preferisco aspettare ed essere convinto a pieno. Auto-celebrazioni? No, non sono un leccaculo. Non uso i social, non posto foto con mia figlia e la sciarpa della squadra, certe ruffianerie non fanno parte del mio modo di essere. Con le persone ho sem­pre cercato un rapporto diret­to, e ovunque ho sempre dato il massimo. Troppo facile dire “lo hanno mandato via”, nello spe­cifico scopri che non è mai an­data così. Sono apposto e tran­quillo, pulito e trasparente co­me l’acqua: chi sta nel calcio questo lo sa e oggi mi basta".