Il nuovo allenatore della Fiorentina, Paulo Sousa, ha parlato in un'intervista esclusiva alla La Nazione nella quale ha colpito subito per schiettezza e voglia di fare. Il portoghese ex calciatore della Juventus sembra avere già chiaro in mente come muoversi nella realtà viola, con parole che vanno dritte al cuore dei tifosi. Non solo, l'ex Basilea analizza con franchezza il caso Salah ed il da farsi sul mercato. Inoltre tanto spirito di sacrificio in campo, corsa, grinta, intensità, giocatori con caratteristiche diverse in ogni reparto per sfruttare al meglio determinate caratteristiche.  

Obiettivo dichiarato dal neo allenatore agire con tanta velocità di pensiero, una squadra che, nelle intenzioni del portoghese, deve difendersi con il possesso palla, non avendo un modulo ben preciso in testa, ma con idee ben chiare su spazi e movimenti da attaccare e nei quali giocare con e senza palla. "Firenze è un posto unico, vorrei costruire insieme ai giocatori qualcosa di tremendamente artistico"

Si torna all'intervista, dove si inizia a parlare della tattica e del modulo che intende usare. Anche se preferisce non usare numeri, in teoria la Fiorentina dovrebbe giocare con il 4-3-3, malleabile in base alla disponibilità tecnica dei calciatori. Nel ritiro si rivedrà Rossi, mentre ci sarà, nonostante le numerose voci di mercato che lo vogliono lontano da Firenze, anche Mario Gomez: "Pepito? Dobbiamo trovare un equilibrio giusto per un ragazzo che ha sofferto, sappiamo che il suo grandissimo valore come giocatore. Stiamo valutando lui come gli altri dal punto di vista fisico. Gomez? Ha alle spalle un grande passato, non voglio dare giudizi sulle sue prestazioni a Firenze perché sezionare il passato non ha molto senso e comunque mi mancano gli elementi per farlo. Posso dire che Gomez deve massimizzare il suo potenziale mettendosi al servizio della squadra, che è la cosa più importante. Avrà come tutti le opportunità di riconfermare il proprio valore".

Dal campo al mercato, Sousa non si sottrae alla domanda, rispondendo con chiarezza e sincerità: "Niente nomi, stiamo semmai ragionando sui profili e sui ruoli da rinforzare, ma abbiamo le nostre strategie e altre società hanno più possibilità economiche per spostarsi da un obiettivo all’altro. Quanti tasselli ci mancano? Il primo concetto che mi interessa è quello della stabilità per crare la miglior squadra possibile. Dobbiamo creare un’idea riconoscibile, un ’passaporto Fiorentina’ che ci renda identificabili ovunque. Parlo di forza e di stile, ci vorrà del tempo per costruire il nostro modello. Fin da subito voglio però che sia altissimo il livello interno della competizione, in ogni reparto, tutti dovranno guadagnarsi il posto da titolare. Dovremo migliorare la qualità in ogni reparto, diversificando le caratteristiche dei giocatori e inserendoli a girare in un sistema di gioco consapevole e aggressivo, con e senza pallone. Lavoreremo molto anche sui calci piazzati, nella passata stagione abbiamo segnato un buon numero di reti sfruttando le palle da fermo...".

Il mercato porta inevitabilmente al caso più spinoso dell'estate, quello di Mohamed Salah, che non sarà più un calciatore della Fiorentina: "Ha ricevuto tanti consigli, da più parti. E senza tranquillità si possono prendere decisioni sbagliate. Per me non ha senso parlare di Salah, non so se ci sono ancora possibilità che resti. Non mi interessa, preferisco dedicare la mia attenzione ai giocatori che conoscono e rispettano il valore di questa maglia. Sappiamo quanto Salah abbia dato quando è stato qui, ma devo ragionare su chi avrò sicuramente a disposizione". 

Si è parlato della nuova Fiorentina di Sousa anche in chiave rapporto con la tifoseria, con il portoghese che aveva annunciato di voler aprire gli allenamenti ai tifosi per rendere ancora più coeso l'ambiente: "Non credo sia fondamentale aprire gli allenamenti ai tifosi, contano di più i valori. Ma comunque li vogliamo più vicini, il concetto dell’unità per me è molto importante. Dovremo essere una cosa sola, noi e la città. I tifosi devono capire che noi abbiamo bisogno di preparare le partite, sicuramente saremo disponibili più di due volte all’anno... Stiamo studiando con la società un giorno da dedicare ai tifosi, affinché possano stare vicini a noi anche nel corso della settimana. Il pubblico? So che è molto caldo e mi fa piacere. Dobbiamo ritrovare la chimica con la gente, è un plus in più e ci credo tantissimo. Le parti quando sono unite creano forza".

Infine, si chiude con le ambizioni personali. Un altro obiettivo ben definito nella testa di Paulo Sousa, che vuole lasciare il segno a Firenze ed in Italia: "Farò di tutto per farmi ricordare da questa città per quello che ho fatto sulla panchina della Fiorentina. So bene che negli ultimi anni ho cambiato tante squadre, ma l’ho fatto seguendo la logica di vuole imparare. Ho fatto la trafila con le squadre giovanili del Portogallo, poi sono andato nella seconda serie inglese, ho scelto di trasferirmi in Ungheria e poi in Israele... Tutto, lo ripeto, per imparare al momento giusto, completare esperienze, arricchire le mie conoscenze. Magari avrei potuto impostare la mia carriera in modo diverso, ma ora sono onorato di essere qui. Firenze è una sfida tremenda, so bene quali siano le aspettative e credo di assomigliare molto ai fiorentini. Sono ambizioso e orgoglioso, servirà molta qualità per farsi apprezzare".