La stagione di Serie A 2015/2016 è ormai alle porte, senza che si sia ancora definita una leadership netta come quella della Juvenus delle scorse quattro edizioni. E mentre tutte le big, bianconeri inclusi, fanno fatica a carburare e macinare risultati (e reti!) sotto il sole torrido d'agosto, una squadra su tutte vince l'Oscar dell'estate, consacrandosi ad un ruolo tutt'altro che di facciata nel prossimo campionato. Si tratta ovviamente della Fiorentina di Paulo Sousa, capace di vincere (e convincere) contro le ben più blasonate compagini di Barcellona e Chelsea, e di sviluppare un mercato intelligente ed efficace, fondato sui giovani e su un centrocampo di livello internazionale che promette faville.

Forse nessuno avrebbe previsto questo esito a metà giugno, quando la Viola sembrava sull'orlo di quel limbo di mediocrità che spesso attanaglia i club di classifica medio alta. Via Montella, allenatore amato dalla piazza; via Salah, l'uomo della provvidenza del girone di ritorno della passata stagione; via Gomez, con Rossi sempre sul chi vive in quanto a forma fisica. In panchina, l'ingaggio di un mezzo Carneade preso dal Basilea, noto solo per i suoi trascorsi bianconeri, infastidiva la tifoseria, e lasciava presagire un (breve) periodo di transizione verso nuovi lidi.

Ci ha messo poco tempo, Paulo Sousa, a far cambiare idea a tutti. E lo ha fatto nella maniera più ovvia ma al contempo più difficile: vincendo. Con un gioco nuovo, fresco, di pressing "feroce" e contropiede. Tanta grinta, ma senza svalutare la classe e la tecnica. E quindi, via all'acquisto di Mario Suarez, medianaccio di rottura alla vecchia maniera, 125 presenze e 4 gol all'Atletico Madrid, con cui ha vinto quasi tutto, perfetto contraltare del connazionale Borja Valero, rapido e tecnicissimo, per il quale il neo-acquisto dovrà fare il lavoro sporco. E poi, ancora, bloccato Ilicic, dato in partenza a inizio estate ma considerato pedina fondamentale nel tridente di Sousa, in caso di 4-3-3, oppure in supporto alle punte, e specialista nei calci da fermo.

Sul fronte dei giovani, l'acquisto di Gilberto, ventiduenne terzino nell'orbita della nazionale brasiliana, dovrebbe portare spinta e velocità di dribbling ad una manovra che, lo si è visto nelle prime, vittoriose uscite, sfrutta particolarmente le incursioni dalla fasce verso il limite dell'area e gli inserimenti delle punte. In attacco, Babacar e Bernardeschi, 43 anni in due, cognomi con la B che lasciano ben sperare dopo l'epoca di mostri sacri del calibro di Baggio e Batistuta, si preparano a sfruttare al meglio il nuovo gioco e a cosacrarsi nel calcio che conta. La personalità non manca: basti pansare che Bernardeschi, classe 1994, ha realizzato, pronti via, una doppietta al Barca campione d'Europa in carica. E sembra portare ad una terza B, quella di Borini, il calciomercato della Fiorentina: l'attaccante potrebbe arrivare dal Liverpool a 5 milioni più bonus. Chiaramente, in attesa che torni Pepito Rossi: il suo completo recupero entro ottobre è stata una della garanzie maggiori che ha chiesto Sousa alla firma del contratto.

Nel frattempo, nota obbligatoria in tempi di spending review, un dato salta all'occhio sul mercato in uscita: i 23 milioni risparmiati tagliando gli ingaggi di Gomez, Savic, Aquilani, El Hamdaoui e Lazzari. Con una spesa sufficientemente contenuta, la Fiorentina si sta comportando davvero alla grande. La strada è ancora lunghissima, ma oggi, 7 agosto 2015, ci sono tutti i presupposti per sognare.

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