Da una parte la squadra di Paulo Sousa contrapposta all'avversario di turno e dall'altra una parte della tifoseria contrapposta ai Della Valle. Ormai è qualche mese che in città si respira una sorta di malumore incomprensibile o quantomeno forzato a guardare soltanto i risultati della squadra sul campo.

E allora quali sono le motivazioni? Perchè Andrea Della Valle, al termine della sfida con il Genoa, è arrivato a definire la situazione ambientale di questi ultimi 3-4 mesi "inquietante"? Ma andiamo per ordine. Chiara espressione del malcontento è stato il momento in cui, in Curva Fiesole, sono comparsi quattro striscioni con su scritto: "Mandate Pradè, ma la vostra faccia dov'è?", "20.000 abbonamenti meritano rispetto. Innamorati della maglia, non del vostro progetto", "Basta fairplay, o palla o gamba" e infine "11 guerrieri col coltello tra i denti, vogliamo una squadra di combattenti".

Il riferimento alla proprietà appare fin troppo evidente, come è stato altre volte come nel caso del sarcastico “25 milioni per rifare il Colosseo, ma a noi i giocatori chi ce li compra? Giulio Cesare?” fino ad arrivare al più diretto “Scusate se mi permetto...ma in marchigiano icchè vuol dire progetto?” e tanti altri ancora. ​La stessa Curva Fiesole ha poi spiegato le motivazioni che hanno portato a questa contestazione attraverso un comunicato in cui si legge: “Il primo punto è la chiarezza. Più volte ci siamo trovati davanti a cose dette o paventate e poi non mantenute”. “L’altro punto per noi ancor più importante di cui abbiamo parlato anche con la società è quello di riportare la Fiorentina e i suoi giocatori in mezzo alla gente, senza barriere di sorta”. “Ed è per questo che vorremmo fosse chiaro che la Fiorentina ha una storia, è nata nel 1926 e non nel 2002. La proprietà è testimone di questa storia e vogliamo che sia rispettata nonché valorizzata ogni giorno”. ​Concludendo con: “Non c’è calcio mercato che possa scalfire il nostro amore, nessuno deve approfittarsi di questo però”.

Appare chiaro il riferimento al calciomercato estivo in cui i tifosi hanno dovuto subire, in sequenza, i mal di pancia di Salah, Milinkovic Savic fino all’addio dell’insospettabile Joaquin. Tutti casi in cui la mano della società è apparsa incerta e la sensazione dei tifosi è stata quella di essersi fatti “fregare come dei polli”, tanto per dirla alla fiorentina.          

Ciò che conta, però, sono i risultati e alla truppa viola non è possibile contestare niente, a parte i dieci minuti di blackout che sono costati la sconfitta contro il Torino. E poi il tempo per le chiacchiere scarseggia perché giovedì c’è l’esordio di Europa League, per giunta contro il Basilea, ex squadra di Paulo Sousa e siamo sicuri che, come il tecnico portoghese e la squadra, anche quella parte della tifoseria più scettica abbia voglia di fare bella figura o meglio di portare a casa una vittoria, l’unica medicina in grado di curare qualsiasi mal di pancia.