Fiorentina show: primato e filosofia sousiana al potere

La lezione di calcio della Fiorentina in quel di Milano rievoca, nel post partita, discorsi filosofici e di letture del gioco da parte di Paulo Sousa, che non parla di tattica e uomini, bensì di tutt'altro. Ma cosa c'è dietro l'idea di gioco dell'ex allenatore del Basilea?

Fiorentina show: primato e filosofia sousiana al potere
Sousa, primato e filosofia
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Di Andrea Bugno

L'accezione più comune del termine calcio potrebbe rievocare ai più l'idea di una ventina di persone che corrono attorno ad un pallone con il fine ultimo di calciarlo all'interno di una porta. Bene, ma non benissimo, come direbbe un avvocato milanese. Dietro alle componenti del giuoco calcio, spesso però, si celano molte, anzi svariate letture e chiavi, tattiche ma non solo, che vengono accantonate quando si guarda o si commenta una partita. Tutto ci saremmo aspettati domenica sera, in tal senso, dall'intervista post partita del modello Paulo Sousa, allenatore della Fiorentina che ha scioccato San Siro e gran parte del futbol nazionale con il poker rifilato alla capolista, fin lì perfetta, Inter, tranne che dichiarazioni filosofiche e idealiste dei motivi della vittoria. 

"Lezione di calcio? Il momento più bello è poter esserci a queste partite. Abbiamo iniziato subito bene e abbiamo dato continuità, abbiamo dominato in tutte le fasi". Fin qui dichiarazioni semplici e concise, che più volte abbiamo ascoltato in un'intervista post gara. La novità, però arriva dall'analisi del sistema di gioco dei viola, che il mister portoghese, ex centrocampista della Juventus, sintetizza, fin troppo banalmente, così: "Il sistema è sempre lo stesso, ma anche i nostri avversari cambiano il gioco e questo ci fa prendere decisioni diverse. Voglio avere sempre tutti i giocatori pronti per fare bene. Il che significa che devono rispondere attivamente (lui ha usato la parola proattivamente n.d.r.) alle situazioni di gioco: leggere passaggi, essere pronti ad anticipare le giocate degli avversari ed anticipare le nostre. Queste prestazioni ci danno fiducia e consapevolezza".

Cosa significa, però, leggere le situazioni e rispondere proattivamente alle stesse? 

Il discorso in sè richiede, per prima cosa, la spiegazione della parola stessa. Scrutando il dizionario si evince come proattivo è sinonimo "di chi ha la capacità di reagire agli eventi in modo consapevole e responsabile non lasciandosi condizionare dalle proprie impulsive remore psicologiche e dalle circostanze ambientali esterne". Ma come lo si rapporta al gioco del calcio? Bene, riguardando attentamente Inter-Fiorentina di domenica sera, si noterà come la squadra viola, sia in fase di possesso che di non-possesso, agisce ragionando su ogni singola situazione, muovendosi di conseguenza. A parole, sembra tutto facile, ma in situazione dinamica e, come in questo caso, rapportato ad uno sport di 'situazione' (il calcio così come il basket ad esempio), la soluzione non è propriamente così di facile lettura. 

Non si parla più di tattica, di numeri, di spostare un giocatore qualche metro più avanti oppure più indietro, ma si tende a traslare questi aspetti attorno ad un discorso prettamente mentale. Tutte le situazioni di gioco vengono certamente studiate a tavolino dall'allenatore portoghese e dal suo staff, ma vengono riportate sul terreno di gioco, nella fattispecie a San Siro, con l'intento di leggere il posizionamento degli avversari, sia per quanto riguarda lo schema che per quanto riguarda la singola situazione, e comportarsi di conseguenza. 

Per tramutare questa filosofia in realtà, ed ottenere risultati concreti sul campo, però, oltre ad una componente di tipo fisico ed atletico, senza la quale presumibilmente non si otterrebbero dividendi, la squadra ha bisogno di mantenere un'attenzione ed una concentrazione mentale e psicologica per tutta la durata della gara, che le permetta di leggere al meglio queste situazioni e di trovare le giuste e conseguenti soluzioni. Esempio concreto e lampante diventano le giocate di Borja Valero, giocatore dal quoziente intellettivo calcistico oltre la norma, i tagli senza palla di Kalinic che si muove negli spazi alla perfezione, le letture di Ilicic ed il movimento continuo di tutto il sistema Fiorentina.

Tuttavia si potrebbe pensare ad una Fiorentina aiutata e non poco da uno svarione del portiere avversario che ha spianato la strada verso la vittoria. Vero, anche se la lettura della gara, dal punto di vista tattico e mentale, ha visto il netto predominio degli ospiti su tutti i fronti ed anche se l'errore iniziale di Handanovic condiziona il match, la storia della gara guardava, e probabilmente avrebbe guardato ugualmente in direzione Firenze. 

Certo, sicuramente per mettere in pratica questo tipo di copione servono interpreti degni di nota e, contestualmente, bisogna trovare una squadra di fronte che ti permetta di attuarlo (contro le squadre che si chiudono in 20-30 metri di campo è di difficile realizzazione), ma la Fiorentina che sta nascendo segue, pedissequamente, tutti questi principi. Sousa sta applicando la sua filosofia al calcio e non è detto che i due aspetti non si concilino affatto. Nel frattempo, la Firenze che contestava la dirigenza per la scelta del portoghese e che si lamentava per le prime sconfitte di Torino e contro il Basilea, gongola e non poco nel vedere la Viola prima in classifica giocare in questo modo.