"Scudetto si, scudetto no. Se famo du spaghi?!" avrebbero cantato Elio e le Storie Tese. Ma visto che la pausa delle nazionali invoglia a farsi qualche domanda in più e, soprattutto, la Fiorentina di Paulo Sousa è prima in classifica (a pari punti con l'Inter) facciamo finta di essere a tavola e, tra una forchettata di spaghi e un buon bicchiere di rosso, proviamo ad analizzare la questione.

L'aspetto che balza subito all'occhio tra addetti ai lavori e non è la qualità del gioco della Fiorentina. Come ho detto nel mio ultimo articolo c'è addirittura chi l'ha coraggiosamente paragonata all'Olanda del calcio totale ma, senza stare a fare paragoni decisamente troppo ingombranti e privi di senso, si può dire senza paura d'essere smentiti che la squadra viola giochi il miglior calcio della Serie A. Pressing, attenzione alla difesa, spirito di sacrificio, possesso palla, verticalizzazioni, piedi buoni e un pizzico di psicologia, queste le armi utilizzate da Paulo Sousa per creare una squadra capace di issarsi davanti a tutti dopo 12 giornate. Ovvio quindi che questo sia un aspetto fondamentale al fine di conseguire traguardi importanti. Allo stesso modo è palese come essere belli non coincida con l'essere vincenti. Montella e Prandelli lo sanno bene. Tanti complimenti ma zero trofei in bacheca durante le loro gestioni. E poi, se ancora ci fosse qualche dubbio al riguardo basta guardare l'altra capolista. L'Inter di Mancini attualmente vincerebbe 1-0 anche se giocasse una partita di pallacanestro, non ha un gioco eppure, grazie alle qualità dei singoli e ad uno dei migliori portieri al mondo è lassù a fare compagnia a Borja Valero e compagni. No, il bel gioco non può bastare.

Vero, ma  anche in casa viola a livello difensivo non siamo messi poi malaccio. E' vero che c'è Roncaglia che come tocca palla sbaglia, o ci va vicino; è vero che Tatarusanu non è Handanovic o Reina, è vero che tra Tomovic e ​Digne ci sono un paio di categorie ma i numeri non mentono e dicono che la retroguardia viola ha subito 9 reti, appena una in più del Napoli e due dell'Inter. La Roma poi ne ha incassati ben 16. "Vabbè, ma la Roma ed il Napoli hanno un attacco superiore al nostro. Callejon, Higuain, Mertens, Salah, Dzeko, Gervinho tanto per dirne alcuni"​. Già, sembra impossibile competere con nomi così altisonanti, senza contare le alternative a disposizione di Sarri e Garcia. Poi però, guardando le statistiche viene fuori che i viola hanno segnato la bellezza di 24 reti, tre in meno della Roma dall'attacco stellare ma due in più del Napoli.

Deve esserci qualcosa che non torna. Perchè se le cose stanno davvero così allora avremmo un gran gioco, un ottimo allenatore, una delle migliori difese e uno dei migliori attacchi del campionato. Sembrano gli ingredienti per puntare in alto, "parecchio" alto. No, non può essere, devo aver bevuto troppo vino. Già, che scemo, saremo anche il secondo migliore attacco ma è ovvio, i gol li ha fatti tutti Kalinic, siamo troppo dipendenti da lui. Allora, per sicurezza, vado a controllare anche questa statistica ma scopro che il numero nove viola ha segnato "solo" 7 reti. Come è possibile? Non sarà mica che in questa squadra dal bel gioco e con un'ottima difesa segnano un pò tutti? E così scorro la classifica marcatori: Babacar e Ilicic 4 reti; Alonso 2; Blaszczykowski, Mario Suarez, Gonzalo, Rebic, Verdù e Borja Valero 1; oltre all'autorete di Marquez nella partita contro il Verona. Quindi, si, segnano proprio tutti. E pensare che all'appello manca ancora gente come Rossi e Bernardeschi, mica due qualunque. Primi senza le loro reti, pensa te.

A questo punto siamo arrivati alla fine del pasto. Mancano soltanto caffè e amaro. Giusto il tempo di ricordarmi che contro le "grandi" fatichiamo sempre ed è come se non fossimo quasi mai in partita. Oppure con loro facciamo delle belle partite ma poi ci perdiamo contro le "piccole" non riuscendo sempre a portare a casa l'intera posta in palio. Sono determinato a trovare un motivo per cui non si possa essere in lizza per il traguardo più grande. E invece niente da fare anche a questo giro. La squadra che non conosce il pareggio ha perso contro Torino, Napoli e Roma ma, a parte contro i granata è sempre sembrata in partita e non si è mai snaturata anche dopo essere stata in svantaggio. Inoltre con le cosiddette "piccole" ha sempre vinto. Sempre.

Mi arrendo. Non sono riuscito a trovare un punto debole nell'orchestra viola. Ma forse l'ho trovato in me. Ossia l'abitudine o la rassegnazione a non vincere niente. Questo è il rischio più grosso, rischio che, fortunatamente, per il momento non sembra aver intaccato la squadra. E questo è quello che conta. Perchè come mi ha detto mio fratello a pranzo correggendomi: "No Daniele, la squadra più in forma in questo momento non è il Napoli, siamo noi, la Fiorentina, perchè siamo davanti a tutti". Ecco, mio fratello non si è rassegnato ad essere soltanto bello ed io, attualmente, non riesco proprio a trovare un motivo per non essere d'accordo con lui.