Nulla è perduto. La Fiorentina è ancora in corsa. Ed il day-after è un intrecciarsi continuo di voci tra cui, a parer mio, non hanno ragione nè coloro che pensano che la Fiorentina non possa più lottare per il vertice e neanche coloro che sostengono di puntare tutto solo sul campionato trascurando l'Europa League perchè "la squadra di Paulo Sousa ha la rosa corta". Vero, i viola non hanno la panchina lunga delle altre big ma il tecnico portoghese sta provando, nei limiti del possibile, a sostituirla con un'ampia rotazione in cui tutti i giocatori hanno la propria occasione potendosi  così sentire partecipi del progetto. Ovviamente questo percorso prevede qualche passo falso come quello di domenica.

Una partita in cui nel primo tempo si è giocata una partita, terminata 0-2 per la squadra di Giampaolo, e nella ripresa un'altra, terminata 2-0 in favore dei viola. Nel mezzo gli ingressi in campo di Bernardeschi per Rebic e Kalinic per Mario Suarez che hanno cambiato la partita: palla dentro di prima per l'accorrente Babacar, in occasione della rete del pareggio, per il numero 10 e doppietta per il numero 9. Partita riaperta a poco meno di una mezz'ora dal termine. Poi l'assalto alla ricerca dei tre punti culminato con la traversa colpita ancora dall'attaccante croato senza che la difesa corresse alcun rischio degno di nota. Da segnalare che termina in pareggio anche la sfida delle reti in fuorigioco, a Livaja risponde Kalinic in occaasione del 2-2. Ma questi son discorsi da bar.

Adesso vediamo di analizzare ciò che non è andato come ci si aspettava. Sul banco degli imputati vi sono Mario Suarez, Rebic, Mati Fernandez e Babacar​. A questi si aggiunge di sua spontanea volontà Paulo Sousa, il quale al termine della partita ha ammesso che non rifarebbe le stesse scelte. Ma di che scelte stiamo parlando? Perchè a ben vedere "i quattro dell'Ave Maria" sono gli stessi che, contro il Frosinone, avevano ben figurato andando tutti in rete ad eccezione del centrocampista cileno che comunque servì l'assist per la rete di Gonzalo e si procurò il rigore realizzato da Babacar con tanto di "cucchiaio".​ Allora ciò significa che il tecnico portoghese abbia sottovalutato l'avversario? Improbabile per non dire impossibile. Più probabile, invece, il fatto che confortato dai progressi dei quattro abbia dato loro fiducia sperando che potessero fare un ulteriore passo in avanti. Ha provato ad alzare l'asticella per proseguire con la rotazione della rosa ma questa volta non è andata nel migliore dei modi. I perchè sono molteplici.

Innanzitutto l'Empoli non è il Frosinone, con tutto il rispetto per i ciociari, inoltre è fondamentale non dimenticarsi che Rebic non è un'ala bensì una punta centrale adattata a fare un ruolo non suo, Mati Fernandez è un buon centrocampista, con una tecnica sopra la media, ideale per un torneo come la Liga spagnola o la Primeira Liga portoghese ma che può trovarsi in difficoltà in un campionato come la Serie A​ dove la fisicità la fa spesso da padrona. Mario Suarez poi deve ancora carburare e non va dimenticato che nel 2011 è stato operato per una pubalgia che gli impediva di giocare, ritorno di fiamma? Ovviamente ci auguriamo fortemente di no ma non possiamo escludere nessuna ipotesi. Infine Babacar che, per quanto mi riguarda, non preoccupa affatto in quanto, anche se non ha convinto pienamente, ha segnato 4 reti e questo per un attaccante è l'unica cosa che conta. Ovviamente paragonato a Kalinic è in evidente posizione di svantaggio ma, nella sua stessa condizione, vi sono tutti gli altri attaccanti del campionato, fatta eccezione per Higuain ed Eder.

La situazione quindi rimane nella norma così come regna l'incertezza nelle prime posizioni della classifica, quelle che interessano ai viola. E lunedì è la volta di Napoli-Inter. Nel gioco più bello del mondo, che non finisce mai.