Federico Bernardeschi è uno degli uomini copertina di questa Fiorentina. Giovane, promettente, con un carattere forte, votato al sacrificio e con un numero 10 sulle spalle che sinonimo di personalità. Il talento viola si è raccontato in esclusiva alla Nazione.

"La mia idea è diventare un simbolo della Fiorentina e di Firenze. Aver firmato il rinnovo mi ha dato grande carica: è un orgoglio fare parte di questa società che è tra le più importanti a livello italiano ed europeo".

Poi, parlando delle sirene del mercato estivo tiene a precisare: "Non ho mai pensato di andare via, la mia volontà è sempre stata quella di rimanere". ​E la scelta del numero 10? Non proprio un numero qualunque. "E’ stata una scelta un po’ particolare, però sono tanti anni che sono viola e volevo provare a indossare quel numero e portarlo con onore, senza passare per presuntuoso. Avere il 10 sulle spalle è un aspetto di cui vado fiero.
Mi dà grandi motivazioni e non la vivo come un peso o una responsabilità ulteriore".
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Un numero dieci atipico. Molto diverso da tutti quelli a cui è stato paragonato di volta in volta. Con un nuovo ruolo che lo vede impegnato anche in copertura. "Mi piace e mi stimola. E poi se aiuta me e la squadra a crescere credo sia davvero il massimo. Poi, mi metto a disposizione dell’allenatore per cercare di fare sempre bene e migliorare, imparando sempre qualcosa in più. Non è una frase di circostanza, perché è proprio quello che penso". ​Proprio a proposito del rapporto con Paulo Sousa: "Ottimo. Mi ha fatto subito sentire importante e cerco di ripagare la sua fiducia". ​E invece quali erano gli idoli a cui si ispira la giovane promessa del calcio italiano? "Sono tanti, ma ho sempre visto Totti come modello da seguire per il suo modo di giocare e il suo carisma. Come Roberto Baggio: grandi giocatori e grandi numeri 10 che hanno lasciato il segno nel calcio mondiale, come Antognoni del resto, che non ho avuto il piacere di veder giocare dal vivo. Ha fatto la storia della Fiorentina e della nazionale. Antognoni: non hai bisogno di aggiungere altro". ​ E questa Fiorentina dove può arrivare? "Lotteremo con tutte le forze per arrivare a un obiettivo importante. La Fiorentina può giocarsela con tutti anche se ci sono avversari validi e attrezzati. Non dobbiamo temere nessuno, rispettando tutti. Conosciamo le nostre qualità e ce la giocheremo fino in fondo con tutte.
Le antagoniste sono le solite. Napoli e Roma. Poi dico la Juve che rientrerà, senza scordare l’Inter che è una grande squadra".

E se dovesse scegliere tra campionato o Europa League?
"Domanda difficile. Dico che cerchiamo di fare il meglio in ogni competizione poi tireremo le somme. Non scarto niente a priori".​​ E la Nazionale? ​"Essere accostato alla nazionale maggiore è un orgoglio e uno stimolo in più. Però ora faccio parte dell’Under, fiero di esserlo e me la voglio tenere stretta"​. ​Tra i tanti che le hanno fatto i complimenti ci sono Lippi e Conte.
"Due allenatori importantissimi. I loro giudizi mi fanno capire che la strada che ho intrapreso è giusta. Poi ci sono i miei compagni che mi aiutano e mi danno tanti consigli. Però il singolo non è importante, è la squadra che conta".

Parlando dei suoi compagni di reparto: "Babacar è un grande giocatore e diventerà ancora più forte. Sa benissimo cosa penso di lui, dato che parliamo tanto. Lui è tranquillissimo perché ha fiducia nelle sue qualità quindi non esiste un problema Babacar". E poi Kalinic: "E’ fortissimo e nessuno se l’aspettava. Arrivato un po’ in silenzio, ha stupito noi e gli avversari. Gli faccio i complimenti perché se li merita davvero. Ci sta aiutando tantissimo a vincere". ​Infine l'ultima battuta: "Qual è il sogno di Bernardeschi?"
"Giocare la Champions. Penso che dia emozioni e sensazioni incredibili. Il sogno sarebbe vincerla, magari con la maglia viola addosso".