Il procuratore federale Stefano Palazzi ha deferito l'ex centrocampista della Lazio Roberto Baronio, ora tecnico della S.S.D. FutbolClub, alla Commissione Disciplinare della Federcalcio per le parole espresse su Twitter all'indirizzo del genoano Matuzalem dopo il fallo su Brocchi in Genoa-Lazio del 3 febbraio scorso. In sostanza, Baronio aveva invitato il suo ex compagno in biancoceleste a ''risolvere da uomo le questioni personali'', e così facendo avrebbe leso, secondo Palazzi, la reputazione del calciatore brasiliano.

Questo provvedimento rende dunque giustizia al centrocampista rossoblù, oggetto negli ultimi tempi di un linciaggio mediatico a causa di alcuni interventi che, secondo gli addetti ai lavori, sarebbero mirati a procurare volontariamente male fisico all'avversario. Lo stesso Baronio, nel commento incriminato, aveva alluso a dissapori tra Matuzalem e Brocchi risalenti a pochi mesi prima, quando entrambi militavano nella Lazio: l'ex giocatore del Milan si sarebbe infatti opposto al reintegro in squadra del brasiliano, costringendolo a cambiare aria nel mercato di gennaio accasandosi al Genoa. Sono storia recentissima le illazioni riguardo al fallo di Matuzalem su Krsticic nel derby di Genova, che ha sfortunatamente decretato la fine della stagione per il giocatore serbo.

Tuttavia, sorgono numerosi dubbi riguardo la buonafede di molti commentatori: perchè gli interventi di Ambrosini e Flamini non suscitano il medesimo clamore, pur essendo ugualmente duri? Perchè le volgari sceneggiate dei blaugrana Busquets e Dani Alves non scandalizzano nessuno? Forse il fatto di giocare in club così blasonati garantisce a questi 'campioni di fair play' un trattamento di favore rispetto ai loro colleghi che militano nelle piccole; ad ogni modo, l'onestà intellettuale esige l'adozione dell'equazione dell'identico criterio di valutazione per ogni episodio. E' davvero difficile riconoscere che nel calcio qualche volta ci si possa far male, ma senza che vi sia necessariamente malafede da parte dell'avversario? Nigel De Jong, un altro mediano che non tira mai indietro la gamba, si è difeso così dopo aver fratturato una gamba allo statunitense Stuart Holden in un'amichevole del 2010: ''Certi contrasti sono parte del calcio. Sono entrato sulla palla e alla fine ho preso l'avversario, ma non avevo cattive intenzioni''. L'autodifesa ha probabilmente deluso qualche 'puritano', ma risulta piuttosto chiara: il calcio non è uno sport violento, ma talvolta gli infortuni ci sono. Chi li teme, è liberissimo di rinunciare a praticare il gioco più bello del mondo.