Il Genoa riveste in questa stagione l'abito della squadra divertente, capace di proporre un buon calcio e di stupire, talvolta. Il Cagliari è invece nel fango che caratterizza la lotta per non retrocedere, cerca una guida, da Zeman a Zola, e ritorno. Al Grifone non resta che produrre un dignitoso finale di stagione, le sirene europee sono lontane, spente dal recente periodo, marchiato da una serie di risultati negativi - ultima vittoria alla quarta di ritorno, 5-2 al Verona - la classifica, con gli uomini di Gasperini a quota 38, desta tranquillità volgendo lo sguardo alla parte bassa, ma non permette voli pindarici verso le prime sei posizioni. Il Cagliari non può sorridere. Il ritorno del maestro boemo è fin qui deludente, in termini di risultati. Il 2-1 al Sassuolo, lontano nel tempo, è l'unico squillo della tornata di ritorno e la permanenza in A è aggrappata ora alla rimonta su Cesena (-1) e Atalanta (-5).

Ovvio che il match del Ferraris conti più per il Cagliari, costretto dagli eventi a racimolare l'intera posta. Zeman si presenta con il canonico 4-3-3. Davanti a Brkic, schieramento a quattro con Balzano, Rossettini, Ceppitelli e Avelar, nei tre di mezzo Dessena, Crisetig e Ekdal. Capitan Conti scalpita per una maglia in regia, Zeman mantiene l'incertezza, visti peso del giocatore e importanza del ruolo. Davanti Farias, Dessena e M'Poku. Alcune assenze di rilievo nell'undici sardo: per squalifica manca Diakitè, per infortunio fuori Donsah, Pisano e Cossu.

Gasperini prende nota del forfait di T.Costa e dei guai di Bergdich, regolarmente in campo.In difesa della porta Lamanna - per Perin ancora 20 giorni di stop - Burdisso a guidare il reparto completato da Izzo e Roncaglia, Bertolacci, dopo l'infortunio occorso in azzurro, torna a respirare l'aria della mediana, Rincon completa il duo centrale, Edenilson e Bergdich sulle corsie. Il riferimento avanzato è Borriello, ai suoi lati Iago e Perotti. L'unico ballottaggio è tra Izzo, De Maio e Roncaglia per un posto nel comparto difensivo, con Niang destinato alla panchina.

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Johnathan Scaffardi
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