Partita frizzante al Matusa di Frosinone: i padroni di casa fanno e disfano, prima vanno sotto, per poi rimontare, e, infine, vengono beffati dal Genoa. Gli ospiti sfoderano una prova di carattere, giocando per un'ora in dieci per l'espulsione di De Maio

Calvarese dà il via alle danze: il Frosinone si fa avanti con Ciofani in avvio, senza impensierire Perin, mentre gli ospiti vanno subito a segno con Pavoletti, dopo sei minuti di gioco, ben servito da Lazovic. Partita in salita per i ciociari, che perdono subito Chibsah per infortunio, ma non è il tempo di alzare bandiera bianca: al quarto d'ora, i gialloblù sfiorano per ben tre volte il pari, che arriva dopo quindici minuti di forcing. L'uno a uno è a firma di Blanchard, gol incredibile per il difensore: tenta la rovesciata, ma viene murato, da terra riprova l'acrobazia, che finisce alle spalle di Perin. Al trentottesimo minuto, dopo l'espulsione di De Maio, il Frosinone trova il raddoppio con Diakitè, che batte Perin di girata a due passi dalla linea. I rossoblù, dopo la sfuriata iniziale, appaiono in netta difficoltà, chiudendo il primo tempo sotto 2-1.

Si torna in campo, i padroni di casa si riversano in avanti per cercare il tris, senza esito, mentre gli ospiti, nonostante l'inferiorità numerica, riescono a ricomporsi e a riprendere le rendini del match. Un superbo Lazovic fa tremare la traversa del Matusa su calcio di punizione al 69', mentre tre minuti dopo, Laxalt spreca un colpo di testa da posizione più che buona. Il Grifone non molla e agguanta il pareggio al 75', su opera di Gakpe, che finalizza una bella azione di Lazovic. Dopo il gol, le due squadre pagano dazio in termini di energia, abbassando i ritmi, anche se Lazovic va vicinissimo alla rimonta. Finisce due a due, un punto che dà linfa e ossigeno al Genoa, mentre il Frosinone si ritrova sotto la linea rossa della zona retrocessione, sorpassato dal Palermo. 

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Giorgio Giovannini
Tradito dal suo riconoscibilissimo accento veneto, è un fedelissimo seguace della Reyer Venezia, ma il suo vero credo è LaVar Ball. Quasi pendolare tra Venezia e Londra, con tappa a Milano per le sue fedi calcistiche: Milan e Tottenham. Appassionato di stadi, specialmente quelli britannici.