Si riparte dai tre punti di Marassi e soprattutto dall'infortunio di Palacio. Quella fitta alla coscia in occasione della rete del 2-0 a Genova, la smorfia e quella mano sulla parte dolorante avevano insospettito. Poi sono arrivati gli esami e le certezze. Infortunio anche più grave del previsto. Stiramento serio. Si proverà il miracolo per la Coppa Italia. Difficile. Le parole di Pereira raccontano dell'importanza del “Trenza”: “L'infortunio di Palacio è stata per noi una notizia bruttissima, adesso è più difficile, ma abbiamo il compito di provarci partita dopo partita. Dobbiamo concentrarci e pensare a vincere esclusivamente contro l'Atalanta. Ora sono solo Cassano e Rocchi gli attaccanti disponibili e dobbiamo pensare alla possibilità che qualche giocatore offensivo si proietti più avanti.”

Provarci. Questo il diktat che Stramaccioni ha provato a inculcare nella testa dei suoi durante gli allenamenti di avvicinamento al posticipo domenicale. Guardare insomma il bicchiere mezzo pieno, perché il calendario arride ai nerazzurri più che ad altre squadre. Atalanta, Cagliari, Parma e Palermo. Quattro vittorie necessarie, imprescindibili, per tentare di colmare quel gap di sette punti che divide l'Inter dalla zona Champions, magari usufruendo degli scontri diretti tra le pretendenti alla massima competizione europea. Domenica si affrontano Milan e Fiorentina al Franchi. In caso di vittoria viola (difficile senza Jovetic), l'Inter potrebbe già essere a meno quattro e in piena corsa. Calendario, ma non solo. La difesa ha ritrovato solidità, con il rientro soprattutto di Samuel, ma anche di Silvestre, in campo nella mezz'ora finale con la Samp. Alernative importanti e fondamentali per lo schieramento a tre. La crescita costante di Mateo Kovacic. Il croato, già leader in nazionale, si sta prendendo anche il suo nuovo club, grazie a personalità e talento. Testa alta, zero paura, mai un pallone buttato. Mente veloce, come le gambe. Sorprende la facilità con cui salta il primo uomo, per poi accelerare la manovra. Giocatore vero.

Il problema sono come sempre gli infortuni. Oltre al già citato Palacio e al lungodegente Milito, la lista è ricchissima. Ancora fuori Chivu per il noto problema al piede e Stankovic, con cui la calma è massima, visti i continui acciacchi. Recupera e questa è notizia lieta, viste anche le difficoltà di Jonathan contro la Sampdoria, Nagatomo, rimasto in panchina con la Juventus e non convocato nel recupero infrasettimanale. Mancherà Gargano fermato per un turno dal giudice sportivo, mentre rientrerà Cambiasso, dopo la polemica per il fallaccio su Giovinco. Confermato Guarin, nonostante l'evidente appannamento mentale e fisico, il vero dubbio riguarda il partner di Cassano. In allenamento Stramaccioni ha provato Rocchi al fianco del barese, ma qualche chance la ha anche Alvarez, in un ipotetico albero di natale di maggior talento, ma meno peso offensivo.

Ritrova, per la prima volta da avversario, i suoi ex compagni il “Galgo” Schelotto. Lui, eroe improvvisato nel derby della Madonnina, è sparito dal radar di Stramaccioni nelle ultime uscite. Spesso relegato in panchina, quasi mai considerato. Sovviene allora un pensiero. Perché spendere soldi e giovani (tasto dolente, osservando l'affaire Rocchi), per poi non puntare su di lui, nemmeno quando la situazione esterni è così preoccupante? L'infortunio di Palacio potrebbe spalancargli le porte del campo, magari in una versione più offensiva di quella finora ricoperta. “Io ho sempre dato tutto per la maglia dell'Atalanta, di questo ne sono consapevole. L'anno scorso abbiamo fatto un campionato straordinario, conquistando una splendida salvezza. Ma al tempo stesso ho sempre detto che il mio sogno era vestire la maglia dell'Inter, ma questo fin dai tempi del Cesena e del Catania. Nei mesi scorsi è arrivata questa possibilità e ho cercato di coglierla. A gennaio la società atalantina e mister Colantuono hanno deciso di mettermi fuori rosa per evitare problemi in questo senso. Ma non è vero che io non volevo giocare e chi mi ha accusato di scarso impegno non mi conosce bene.” Parole chiare quelle del levriero, che non rinnega la scelta Inter e si toglie qualche sassolino dalle scarpe, dopo un ultimo tumultuoso periodo bergamasco.

Domani sera a San Siro giocheremo per lui.” Parole accorate, tristezza. La voce spezzata di Colantuono a ricordare l'ex presidente Ivan Ruggeri. Cuore bergamasco, uomo di calcio, uomo onesto. Vecchio stampo. Se ne va dopo unalunga malattia. Uno stato vegetativo dal 2008 fino al momento estremo lo aveva privato della vita e del calcio. Sua grande passione. Domani sera i suoi ragazzi scenderanno in campo anche per lui. Soprattutto per lui. L'Atalanta veleggia a 34 punti, in una posizione di relativa tranquillità, a più sette dalla zona calda. Viene dal pareggio a reti bianche con la Samp ed è squadra temibile, anche se non nel suo miglior momento. Dopo l'esclusione per motivi disciplinari dovrebbe ritrovare posto al centro dell'attacco, in coppia con il “Tanque” Denis, Marko Livaja (ballottaggio con Brienza). Il grande ex. Rimpianto come mai. Il centrocampo sarà di come di consueto di qualità, con la saggia regia di Cigarini e il talento di Bonaventura. Fermati dal giudice sportivo Consigli e Lucchini. Tra i pali duello per un posto da titolare tra Polito e Frezzolini, con il primo leggermente favorito, mentre la coppia centrale sarà composta dall'ex Cagliari Canini e dall'avvocato Stendardo.

All'andata cominciò proprio con gli orobici il declino dell'Inter. Si interruppe a Bergamo la striscia di dieci vittorie consecutive che aveva portato i nerazzurri a meno uno dalla vetta. Finì 3-2 all'Atleti Azzurri d'Italia. Padroni di casa avanti con Bonaventura, pareggio Inter con una punizione devastante di Guarin, poi Denis show.

L'anno scorso a San Siro finì 0-0. L'Inter di Pazzini e Milito non riuscì a sfondare il muro ospite. Il Principe sbagliò anche un penalty. Altra squadra, altra storia. Quell'undici era ancora infarcito di uomini da Triplete, questo è in cerca di identità, di nuova linfa. Quello era alla fine di un ciclo da leggenda, questo vuol scrivere una nuova storia.


Solo otto sconfitte per i nerazzurri in casa contro gli uomini allenati da Colantuono. In totale le vittorie di Zanetti e compagni sono state invece quarantadue, con nove pareggi. Numeri che farebbero pensare a una passeggiata, sconsigliata invece dal momento e dagli scontri degli ultimi. Perché anche Mourinho tentennò contro di fronte a questi colori. Cadde a Bergamo e vinse a Milano, ma non certo senza difficoltà.

Il direttore di gara sarà Gervasoni, assistito da Maggiani e De Luca, con Barbirati quarto uomo. Massa e Candussio assistenti addizionali.

Probabili formazioni: