Un Mazzarri infuriato quello che si presenta ai microfoni nel post partita di San Siro. Il tecnico di San Vincenzo, da uomo navigato, aveva evidenziato il rischio di farsi entusiasmare dall'evento mediatico e commerciale dell'avvento di Thohir, tralasciando la giusta concentrazione da trasmettere in ogni frangente sul campo. E puntuale, è arrivato lo stop. L'ennesimo. "Avremmo dovuto essere più cinici e chiudere la partita, il pareggio è giusto. Ho visto una concentrazione e un'attenzione diverse dal solito. Bisogna rifletterci sù e far si che non accada più. Non bisogna abbassare la guardia, da quest'estate abbiamo fatto tanto e siamo migliorati, dobbiamo crescere con continuità."

"Oggi la squadra non mi è piaciuta. Eravamo sottotono. Alvarez è stato condizionato dall'ammonizione, abbiamo sbagliato la fase difensiva non prendendoli alti. Non mi è piaciuta l'intensità messa in campo, anche per merito degli avversari che stavano meglio di noi. Oggi è stata la peggior partita, dal punto di vista del gioco, da quando sono arrivato. Ogni tanto ci succede di andare più piano. C'era gente non abituata a essere titolare, ma chi vuole diventarlo deve dare il massimo." Non le manda a dire Mazzarri, duro come poche altre volte. Chiara l'analisi del tecnico. Un'Inter che si è accontentata dopo l'invenzione di Alvarez e il vantaggio di Guarin, concedendo via via campo e fiducia. Emblematica la ripresa. Quarantacinque minuti senza impensierire Da Costa.

Inevitabile il pensiero finale a Thohir: "Bello vedere insieme Moratti e Thohir. Lui è tranquillo, ha una mentalità diversa e spero resti tranquillo così com'è, perché basto già io a pressare tutti. Applaudiva la squadra anche dopo il pareggio. Normale che per vincere i campionati servano grandi investimenti." L'ultima stoccata è quindi al mercato. Mazzarri aspetta Erick, soprattutto a gennaio.