Un fallo, scomposto, a metà campo. Un'ammonizione, per un fallo di mano, netto quanto involontario. Non tanto il cartellino a far arrabbiare i nerazzurri, quanto il diverso trattamento riservato a Mertens, esentato da qualsiasi provvedimento disciplinare. Due ingenuità privano Mazzarri di Ricky Alvarez, in vista di un derby che si presenta fondamentale sul fronte Inter, dopo una serie di pareggi, che ha frenato il volo della neonata creatura mazzariana. La sconfitta del San Paolo ha, per il momento, allontanato la squadra dal treno Champions, occupato con forza dagli uomini di Benitez e agognato dalla viola di Montella. La testa è ora al derby della Madonnina, ultimo impegno di un 2013 difficile, in attesa del mercato e di Thohir. Ma come sostituire l'argentino assente, fino allo scorso anno corpo estraneo e ora unica stilla di qualità in un gruppo di quantità?

Tre le soluzioni al vaglio di Mazzarri. L'idea primaria, immediata, sarebbe quella di affidarsi a Mateo Kovacic. Il croato è l'unico in grado di fornire imprevedibilità e cambio di passo. Ha talento, ma non convince. I progressi mostrati col Parma, sono scemati nell'arena partenopea. Mezzora trotterellando, senza fiammate, col tecnico costretto a richiamarlo e incitarlo. Inserito per accendere la luce, stimolare la fiamma del recupero, si è spento ancor prima di calcare il prato. Uscendo dalla panchina, ha ancora una volta mostrato il volto peggiore.

La scelta conservativa potrebbe avere il volto del capitano. Riaccomodatosi in panchina, col rientro di Nagatomo, Zanetti scalpita per una maglia da titolare nella stracittadina. In mezzo con Cambiasso e Taider, a creare una diga prettamente distruttiva, atta a proteggere un reparto arretrato perennemente in ambasce. Le difficoltà del trio Ranocchia – Rolando – Campagnaro hanno colpito non poco e i cambiamenti del reparto arretrato, certo il rientro di Juan, parrebbero non bastare.

L'ultima carta è Mauro Icardi. Dopo la riabilitazione, il campo. Pochi, sparuti minuti per ritrovare sensazioni e certezze. Una vita mondana burrascosa, pagine di gossip, tweet della discordia, richiami importanti. Ora la parola passa al giudice supremo. Il verde di un derby decisivo. Il gol contro la Juve, il vantaggio di Cagliari, sprazzi da cui ripartire. Non è in discussione il valore del giocatore, si cercano conferme sul fronte continuità. Sbaragliare i dubbi di una vita non proprio morigerata, da atleta, per convincere l'Inter, per prendersi l'Inter. Icardi, ma non solo, perché nel silenzio, tra le mura amiche, impaziente, si allena a più non posso un campione. Diego Milito. Corre, sempre più forte. Verso il derby, la sua partita.