Non è stato un 2013 ricco di soddisfazioni per i colori nerazzurri, tra cadute impensabili, scivoloni inimmaginabili e infortuni drammatici, su cui spiccano quello di Diego Milito e Javier Zanetti. Ma il lato positivo di questo anno porta un numero, un nome e un cognome: 8 - Rodrigo - Palacio.
"Don Rodrigo", come è stato simpaticamente ribattezzato, riesce a operare sia da prima che da seconda punta, lavora e non sbuffa, canta e porta la croce.
Una cosa è certa, ed è stato ampiamente dimostrato dall'andamento della squadra: dall'apporto del "trenza" non si può prescindere. Non si può prescindere nell'arco di una stagione e nemmeno durante una singola gara.
Quando Palacio non c'è l'Inter sbanda. Un piccolo esempio è quello del 3 marzo, a Catania, quando l'argentino viene chiamato in causa con la squadra in svantaggio di due reti e, con un assist e due gol, trascina gli uomini di Stramaccioni verso l'insperata conquista dei tre punti. La prestazione all'ombra dell'Etna è la scintilla che fa divampare l'incendio amoroso nei cuori dei tifosi, fino ad allora ancora non convinti dell'investimento economico fatto l'estate precedente. Quando uno stiramento al bicipite femorale sinistro lo ferma la squadra crolla definitivamente, terminando la stagione al nono posto, senza ricevere nessun pass di ingresso per qualsiasi competizione europea.
Con Mazzarri allenatore il livello prestazionale dell'uomo con la treccina si impenna vertiginosamente: già dodici reti stagionali messe a segno, dieci delle quali in campionato, senza poter usufruire di nessun rigore; ma voler limitare il discorso ai soli numeri sarebbe un vero e proprio delitto, perchè non metterebbe in risalto l'enorme mole di lavoro, talvolta massacrante, a cui l'attaccante, spesso schierato da punta unica, viene sottoposto. Vere e proprie perle del Palacio Mazzarriano sono le sfide con Torino, Verona e Udinese, amplificate dalle enormi difficoltà che si sono riscontrate, sia dal punto di vista costruttivo sia da quello realizzativo, quando non è stato schierato titolare (come successe nel pareggio in trasferta col Cagliari sul neutro di Trieste).
Eppure... Eppure non è facile diventare dei supereroi per una platea che, in passato, è stata ammaliata dalle magie di Ronaldo, Ibrahimovic, Milito. Nonostante l'impegno, nonostante i gol, mancava ancora qualcosa, bisognava ancora trovare il pezzo giusto per entrare definitivamente nel mosaico del firmamento nerazzurro.E alla fine quel pezzo giusto è stato trovato domenica 22 dicembre. Perchè tante prestazioni da nove in pagella si apprezzano, ma un tacco in un derby sotto la Curva Nord non si dimentica più.