Guarin, e ora?

Thohir blocca tutto. Guarin resta, malvolentieri, a Milano. Ma come reagirà l'ambiente Inter? Riuscirà il colombiano a far dimenticare la scelta di accasarsi alla Juve? E Mazzarri come gestirà lo spogliatoio?

Guarin, e ora?
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Di Johnathan Scaffardi

E ora? Il comunicato atteso è giunto, non da Milano, dalla lontana Giacarta. Nell'era di twitter niente di insolito. Thohir è lontano, non a un passo dalla squadra, come auspicherebbe Moratti, interpellato nella telenovela Guarin – Vucinic. L'Inter ha chiuso la porta. Niente scambio, tutto resta com'è. L'esplosione di ieri ha creato molto fumo, diradatosi in queste ore. Mazzarri non avrà il rinforzo voluto per il reparto offensivo, il colombiano non vedrà soddisfatte le mire bianconere. Finita, neanche per sogno. Il difficile comincia adesso. Perché Guarin, che ha minacciato assenteismo, addio anticipato, dovrà tornare alla Pinetina, dopo aver pubblicamente promosso la trattativa per la sua cessione. Difficile immaginare la reazione dei compagni, per forza di cose turbati dall'improvviso colpo di scena.

 

Mazzarri non ha ancora espresso il suo pensiero. Resta chiuso nel suo campo, pensando al Catania e al campionato. Ha espresso parere positivo su Thohir, chiede a gran voce fresche energie per completare una squadra lacunosa. Guarin è stato ed è cruccio del mister, che intravede il potenziale del calciatore, ma fatica a entrare nel labirintico cervello dell'ex Porto. Avere un Guarin a mezzo servizio serve a poco, eppur sarà così, perché l'animo di piazza ha prevalso. La Nord ha invaso la sede nerazzurra. Dopo l'attacco via web, l'assedio reale, di persona, per osservare e giudicare. “Una nostra vittoria” queste le poche parole trapelate. Parole discutibili, che destano perplessità importanti.

 

L'Inter che non avrà Vucinic, vede sparire all'orizzonte Guarin, che continuerà sì a vestire il nerazzurro, ma senza motivazioni, sognando la Signora e la Torino delle vittorie. E allora, alla fine, val la pena ascoltare il popolo scontentando tutti? Conviene davvero piegarsi per calmare la piazza, col rischio di accenderla ulteriormente alla prossima sconfitta? Mazzarri tace, Branca si nasconde, Thohir si affida a comunicati pieni zeppi di belle parole, ma privi di sostanza. É l'Inter di oggi, che perde sul campo, ma soprattutto fuori.