Due vittorie consecutive non si vedevano da tempo. Quella sofferta, nel risultato, con il Sassuolo non aveva creato molto ottimismo in casa Inter. Si attendeva come test probante l'uscita al Franchi. Una diretta rivale, che gioca un calcio fluido e invidiabile, guidata da un allenatore di livello assoluto. L'affermazione nerazzurra ha stupito, non tanto per il punteggio, quanto per l'atteggiamento della squadra di Mazzarri, soprattutto nella prima frazione di gioco. Un'Inter convincente, pimpante, aggressiva. Certo, non era la miglior Fiorentina, orfana di Rossi e Borja Valero, ma rare volte, in casa, la viola era stata messa così in difficoltà. Nel secondo tempo qualche patema in più per i nerazzurri, complice l'incertezza di un Handanovic quasi mai convincente nella prima metà di stagione. Il mercato non ha stravolto l'undici di Mazzarri, ma di certo lo ha completato. Hernanes è il perno di qualità a cui la squadra si aggrappa nel momento del bisogno. Col tempo troverà la continuità necessaria per esserlo per novanta minuti. Lui e Guarin sono il tira e molla ondeggiante che garantisce attacco ed equilibrio, attorno al mediano centrale, ora Kuzmanovic, da domenica probabilmente di nuovo Cambiasso. 

La difesa, forza di inizio stagione e spina nel fianco nel momento di maggior crisi, ha ritrovato compattezza e tranquillità col rientro di Walter Samuel, che se non può garantire la rapidità di un tempo, di certo non ha nulla da invidiare in quanto a carisma e senso della posizione. Con una guida, Juan Jesus ha dimenticato le sviste e gli errori di eccessiva foga. Mazzarri ha scelto quindi di rinunciare al morbido Ranocchia, in partenza a fine anno, e anche al fedelissimo Campagnaro, che ha perso brillantezza col passare dei mesi. Rolando si è spostato sulla destra e il trio, ben coperto dagli esterni Jonathan e Nagatomo, funziona a meraviglia.

La sorpresa è giunta nel reparto avanzato. Il ritorno al gol di Palacio non è cosa che può stupire. Il campione può trascorrere un periodo di appannamento, ma non certo dimenticare il mestiere più bello del mondo. Lo stop e tocco di rapina che fulmina Neto è da attaccante di razza. A volare sulle prime pagine dei giornali e sulla bocca dei tifosi non è stato però il Trenza. A Firenze, ha deciso Mauro Icardi. Chiacchierato, atteso, acclamato addirittura da Thohir. Pochi minuti e il gol. Come con La Juventus, come a Cagliari, a confermare la bontà dell'investimento nerazzurro. Il tocco volante, in sospetto fuorigioco, a deviare il cross di Nagatomo ha restituito al mondo Inter sogni e speranze. L'esultanza è parsa polemica, quasi a richiamare i critici che in questi mesi hanno messo a ferro e fuoco il giocatore. Non morbido Mazzarri nel dopo partita. Si punta su Icardi, per ovvi motivi. L'Inter ha speso, non poco, e intravede un enorme potenziale, bloccato per ora da qualche problema di troppo. La miglior condizione è ancora lontana e l'unica cura, per conquistare l'ambiente, è il duro allenamento, l'attaccamento a una maglia che è storia.