Duro il mestiere dell'operatore di mercato. Difficile accontentare tutti, soprattutto la tifoseria, per tradizione esigente. Piero Ausilio affronta la chiusura del mercato come una sorta di liberazione. Una corsa a folle velocità, nei primi mesi estivi, poi una brusca frenata, senza il colpo a effetto, quello in grado di inebriare la piazza. Resta positivo il lavoro di Ausilio, al vertice nel settore dopo l'addio di Branca. L'Inter si è rafforzata senza cedere a ingenti esborsi economici. Operazioni oculate e in prospettiva, vedi Medel, Dodò, M'Vila. Qualche scommessa, come il francese appunto, tanta sostanza. 

"Mi sento a posto con la coscienza e penso siano state rispettate le direttive date al gruppo di lavoro. Sono soddisfatto e sereno. Non dimentichiamo che l’Inter è sotto la lente d’ingrandimento del FFP e dovevamo tenerne conto. Il monte ingaggi è stato ridotto, siamo a circa 70 milioni di euro. A Torino c’erano tanti ragazzi degli anni '90, età media due anni e mezzo in meno rispetto al passato. La squadra ha bisogno di tempo, è giovane e ha talento, non ne vogliamo tanto ma quello giusto per dare al mister la possibilità di creare una squadra che ha fame e sia tosta per chiunque da affrontare. Penso siano state rispettate le direttive che sono state date al gruppo di lavoro. L'obiettivo era quello di centrare i parametri e sono stati rispettati tutti in modo assoluto" così Ausilio a InterChannel

La scelta di non investire in maniera corposa si è rivelata coseguenza naturale di un processo di crescita imperniato sulla permanenza di Kovacic e Icardi. Senza cedere una delle due stelle, impossibile pensare a denaro fresco per una campagna acquisti corposa. L'Inter poggia su pilastri giovani, ben coadiuvati da una rosa oggi più ampia rispetto al passato. Con il fattore Guarin a rappresentare incognita importante. La mancata cessione peserà o gioverà al colombiano?

"Quando abbiamo studiato la campagna acquisti abbiamo stabilito che Kovacic Icardi fossero incedibili e il presidente era d’accordo. Non abbiamo mai fatto arrivare a qualcuno i termini delle trattative, ho letto di cifre ma non sono mai state fatte da parte nostra. Sono arrivate altre offerte ma non erano soddisfacenti, come nel caso di Guarin. Con Vidic abbiamo anticipato il mercato, era un’opportunità nata a gennaio con la scadenza del contratto e non ce la siamo fatta scappare. In tanti dicono che è un grande calciatore, ma noi non abbiamo dato la possibilità a nessuno neanche di pensarci. Dai primi di febbraio era già un giocatore dell’Inter, lui ha qualità tecnica e personalità che sta trasmettendo alla squadra sin da Pinzolo. Poi siamo partiti dalle scadenze di contratto e nel rispetto dei paletti economici abbiamo cercato sul mercato quei calciatori che potessero avere le caratteristiche che stavamo cercando. Con Dodò, Medel, M'Vila e Osvaldo sono arrivati 4 calciatori che rispecchiano le nostre esigenze e che saranno giocatori importanti per il presente e il futuro dell’Inter. Sono contento perché abbiamo fatto quello che avevamo in testa. Siamo stati forse troppo bravi, cerco di tenere un profilo basso ma non mi va che passi l’idea che l’Inter nell’ultima settimana non abbia fatto nulla, perché al mister sono stati dati a disposizione giocatori importanti con 15-20 giorni di lavoro. Non cercavamo il colpo a effetto per fare propaganda, ma la praticità in ottica lavoro. Tutto è stato fatto con il mister sempre informando il presidente".

Inevitabile un resoconto delle ultime ore di mercato, con l'Inter attiva sul fronte Bonaventura, ma bloccata da un mercato in uscita debole.

"L’Inter aveva preparato tutto molto bene, c’erano due calciatori bloccati da tempo, perché così ci si organizza. Loro aspettavano solo che l’Inter chiamasse e proponesse il contratto. Questo per me è un merito, tutto poi dipendeva solo da noi. Sono arrivate delle manifestazioni di interesse per Guarin ma non le abbiamo ritenute valide per il nostro progetto, lo stesso lui. Nel momento in cui Guarin è stato tolto dal mercato abbiamo avvisato le società coinvolte, l’ultima è l’Atalanta. L’Inter ha bloccato Bonaventura, poi ha avvisato ed è diventata un’opportunità per qualcun altro. Forse fino alle 8.30 di sera il Milan non sapeva nemmeno che il giocatore fosse sul mercato. Siamo contenti di tenerci Guarin, tutto è stato concordato con l’allenatore, il giocatore sapeva che sarebbe partito un nuovo progetto tattico per lui in caso di permanenza. C’è grande entusiasmo da parte di Guarin e Mazzarri in vista delle nuove idee nel reparto offensivo, già coperto con Icardi, Osvaldo e Palacio, ai quali aggiungo Puscas e Bonazzoli. Non parliamo di opportunità se poi non diamo a questi ragazzi neanche uno spiraglio di farcela. Thohir è sempre stato informato di tutto, compresa la situazione di Bonaventura. Pensiamo che la squadra dovesse essere equilibrata, il mister vuole giocatori motivati in cui tutti si sentano importanti. Essere un giusto numero fa sì che tutti possano sentirsi coinvolti nel progetto e avere la possibilità di giocare. L’obiettivo era chiudere con una rosa di 25 elementi, tenendo conto della possibilità di tenere Mbaye che finendo nella Lista B Uefa ci fa anche comodo. L’equilibrio sta nei numeri e nella logica, siamo coperti in difesa e a centrocampo ma anche in attacco. Non si misura la capacità del reparto offensivo in base al numero di giocatori che hai".