Non solo Juve - Roma. Mentre infuriano le polemiche attorno alla sfida scudetto culminata a Torino nella vittoria 3-2 della Signora, con l'arbitro Rocchi sul banco degli imputati, un'altra grande, o presunta tale, si confronta con un delicato momento. L'Inter modellata da Thohir per soddisfare Mazzarri incamera la seconda sconfitta consecutiva, anche questa di proporzioni ampie, e si offre alle critiche di stampa e tifosi. Manca un'identità a un gruppo spesso in balia di avversari ed eventi. Latita il carattere e alla berlina non può che finire il tecnico, primo indiziato. 

In sei giornate otto punti, una miseria controllando il calendario. Un solo appuntamento di rilievo, con la Fiorentina, fallito. Mentre Milan e Napoli ripartono, l'Inter resta invischiata nelle sabbie mobili di metà classifica, con all'orizzonte, dopo la sosta per le nazionali, la sfida da dentro-fuori con i partenopei. Thohir si interroga sulla figura di Mazzarri. Può essere il tecnico di San Vincenzo l'uomo giusto per un futuro di crescita e successi?

Una candidatura giunge da Udine e ha il volto amico di Andrea Stramaccioni. Il giovane allenatore, dopo l'esperienza nerazzurra, iniziata sotto una luce accecante per terminare nell'oblio di infortuni e negatività, si propone per un clamoroso ritorno. L'Udinese è modellata a sua immagine, difende e colpisce. I friulani hanno sposato la difesa a quattro e i dettami del tecnico e ora si godono i successi, ma Stramaccioni, ambizioso, punta a una grande piazza "L'Inter è una delle squadre più amate d'Italia e non nego che un pezzetto del mio cuore è rimasto a Milano. Ci sono entrato dalla porta di servizio ed ho conosciuto tutti, dal magazziniere al presidente, mi dispiace che sia in un momento così. E' una piazza dove tutto viene amplificato, nel bene e nel male, perché all'Inter devi vincere. Non sta a me giudicare ma auspico che si risollevino subito"

"Tornarci un'aspirazione? E' normale ora c'è una proprietà differente che ha fatto altre scelte ma l'ambizione di poter tornare in una squadra importante, fermo restando che l'Udinese lo è, c'è. Quando il ds Ausilio ha rinnovato fino al 2017 gli ho detto, come battuta, `allora mi riporti all'Inter?. Detto questo, sto bene all'Udinese e spero di rimanere qui a lungo. Udine credo che sia una piazza importante per un allenatore giovane come me, e sono orgoglioso di essere stato scelto dalla famiglia Pozzo. Qui la parola progetto non è una parola messa lì, ma vi si crede davvero. Siamo una squadra giovane che ha una sua identità e che cerca di giocare al meglio. Il nostro obiettivo è la salvezza e aver messo in cascina 13 punti è importante per il prosieguo del nostro cammino".

Inevitabile infine l'elogio a Di Natale, campione che non conosce il limite del tempo "Di Natale? È un giocatore straordinario, che ha avuto un percorso diverso rispetto ad altri campioni, penso a Totti, ha avuto un percorso di gavetta difficile. Non era un campione a 18- 20 anni ma lo è diventato facendo tanti gol in categorie minori. È un esempio per i nostri giovani, a 26 anni era nelle categorie inferiori, ora segna tanti gol in Serie A. Io lo prendo sempre ad esempio per i nostri giovani. Se a 37 anni gioca così ed è tra i capocannonieri è frutto delle sue capacità".

Fonte Radio Anch'io Lo Sport su Radio Uno