"Bisogna analizzare in maniera equa il problema dell'allenatore. Vedremo nelle prossime due partite, ma cambiare il proprio tecnico in corsa non è mai una buona soluzione. Vogliamo dargli un'altra opportunità." Dai microfoni di Viva Bola le parole di Erick Thohir, da lontano un monito per Walter Mazzarri. Problema, opportunità, rimbombano a Milano le frecciate del Presidente. L'addio di Moratti non coincide con una cristallizzazione dei ruoli, l'Inter è in fermento e in discussione è anche la guida tecnica. Sono arrivati i tre punti e si riparte da qui. La vittoria sul campo del Cesena funziona da ossigeno, ma non dirada dubbi lampanti. 

Sul campo di una neopromossa, in dieci per un'ora, l'Inter stenta, perché non ha ancora il fiuto della grande squadra, capace di azzannare la preda nel momento proprizio. Una miriade di potenziali occasioni sciupate per eccessiva superbia e scarsa concretezza. La lama offensiva non è appuntita e basta un'ordinata retroguardia per mettere sistematicamente in offside Palacio e Icardi. La corsa dei bianconeri inibisce il progetto di gioco farraginoso di Mazzarri e l'Inter non decolla. 

Sulle palle ferme son dolori. Handanovic si eleva due volte a salvatore, la difesa, ricostruita con Ranocchia centrale - più a suo agio da direttore d'orchestra - e Campagnaro per Vidic, talvolta latita in concentrazione, in special modo quando anche gli esterni sono coinvolti in marcatura, vedi Dodò. L'ex Roma dimentica spesso l'uomo e crea varchi che per poco non si trasformano in voragini. A destra meglio Mbaye di Obi, costretto spesso a rientrare per cercare il mancino. 

Quel che piace è la ritrovata vena di Hernanes - deliziosa la palla per Palacio in occasione del rigore - la luce intermittente, ma accecante, accesa da Kovacic, talvolta sì troppo lezioso, ma è lusso che agli artisti bisogna concedere, e lo zero nella casella gol incassati. Dopo 9 reti subite in tre uscite, un'iniezione di fiducia. La scarsa sicurezza è lampante, ma solo i risutlati possono ricostruire una mentalità resa debole dai continui stop. 

Due partite, questo l'input di Thohir. A San Siro con la Samp di Mihajlovic, a Parma contro i ducali, poi le somme e a rischiare è anche Mazzarri.