Il tempo scorre, inesorabile, e Mazzarri osserva, preoccupato, l'incedere delle lancette. Thohir, questa volta, pone un termine, certo. Due partite, dopo la sosta, per riattivare l'Inter e spegnere il fuoco della crisi. Milan e Roma, non impegni comodi, con l'intermezzo europeo, per lanciare un segnale, altrimenti via al ribaltone. Fatale il tacco di Saviola, fatale la botta di Nico Lopez, pochi minuti a dividere l'Inter da tre punti sudati, uno schizzo di malasorte su un dipinto fino a quel momento costruito con determinazione, fortuna, carattere. Il pari con il Verona, anche se colmo di attenuanti - vedi il rosso a Medel - non salva Mazzarri, perché l'Inter spreca per l'ennesima volta l'occasione per saltare in alto, per inseguire il Napoli e superare il Milan. 

Thohir non scappa, resta a Milano, incontra Moratti e ripensa alle parole dell'ex Presidente, quelle parole che avevavo creato attriti pesanti tra Massimo e Walter, "risultati", questo conta, lo pensa Moratti e comincia a pensarlo, seriamente, anche Thohir. Mazzarri è a un bivio, consapevole di aver sì colpe, ma anche diversi bonus. Pesano le assenze, pesa una campagna acquisti incompleta, pesa anche la sfortuna. Gli alibi, però, non bastano, perché l'Inter non può permettersi il chiaroscuro, o almeno non può più permetterselo. 

Il rapporto tra tecnico e pubblico è ai minimi termini e occorre interrogarsi sul senso di continuare un dialogo che non c'è, su quanto sia giusto scegliere a ogni costo la via della stabilità se non esistono margini di crescita. L'unica medicina è la vittoria, nuda e cruda, a scapito anche del bel gioco. La linfa vitale può giungere dai rientri. Dopo Nagatomo e Osvaldo, ecco Guarin e D'Ambrosio. Mazzarri riaccoglie i suoi uomini, torna ad avere, se non abboandanza, almeno scelta. Lo sfogo di Icardi dopo il gol con il Verona testimonia che il gruppo si appoggia ancora al tecnico, ma le smorfie, le mani sul volto raccontano di un allenatore alla deriva, in difficoltà, solo.

Thohir riflette, Mazzarri conta i giorni. Due sfide, tremendamente difficili, trampolino o baratro?