Volto da ragazzo, talento cristallino, personalità da campione. Classe '94, il profumo del grande calcio assaporato prima di tanti altri, la sovranità della Champions ammirata e domata a Zagabria, ora l'Inter e una virtuale fascia al braccio. Se il capitano è Andrea Ranocchia, l'uomo di riferimento è per tutti Mateo Kovacic. Non è giorno di vigilia, non ancora, ma verso il martedì dello Stadium, è il croato a raccontare come il mondo nerazzurro si prepara a una partita diversa dalle altre. Non è luogo comune, semplicemente la realtà. Juve e Inter non si amano e oggi sono divise non solo dalla storia, ma anche dalla classifica e dagli obiettivi. L'Inter giunge all'appuntamento dopo il pari con la Lazio "Arriviamo da un pareggio contro la Lazio, anche se avremmo meritato la vittoria. Speriamo di vincere, ma potremo riuscirci solamente dando il 100%. Posso dire che siamo pronti", e cerca il filotto necessario a risalire una classifica corta, ma complessa "ogni partita è importante. Possiamo vincere contro la Juve, ma se contro il Genoa non facciamo bene vanifichiamo il risultato di Torino. Abbiamo bisogno di continuità".

Il mercato aiuta la squadra, perché riporta entusiasmo e senso di forza. L'accostamento di nomi importanti - progressi sul fronte Shaqiri - l'arrivo di giocatori di caratura internazionale - vedi Podolski - tutto concorre a spandere positività in un ambiente in passato dimesso "Sono contento del suo arrivo, stiamo parlando tedesco per ora. Si vede subito che ha tanta personalità e vuole fare bene con noi. Ci aiuterà perché ha vinto tutto e ha solo 29 anni".

Il futuro è ancora a tinte nerazzurre. Le sirene madrilene, accese dall'amico Modric, non trovano conferme nelle parole di Kovacic "Sto veramente bene e stiamo parlando del rinnovo: siamo vicini e sono contento. L'Inter è un grande club, non stiamo facendo benissimo ma con Mancini e nuovi giocatori possiamo tornare grandi".

"Abbiamo bisogno di punti", parole sincere, chiare. Kovacic non si nasconde, l'Inter segue la via indicata dal gioiello di Linz. 

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Johnathan Scaffardi
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