Non è mai stata una partita qualunque e, a prescindere dai numerosi punti che separano le due squadre, non lo sarà nemmeno questa volta. Non mancano i motivi di interesse: il ritorno di Roberto Mancini in Italia, il probabile esordio dell'ultimo arrivato in casa nerazzurra Lukas Podolski, la voglia di riscatto della Juve dopo la sconfitta patita in Supercoppa. Ma soprattutto l'eterna rivalità tra due società, due tifoserie, due modi di essere che mai sono andati d'accordo e mai potranno farlo. Domani sarà ancora una volta Juventus-Inter, e allo Juventus Stadium andrà in scena l'ennesimo capitolo di una delle storie più affascinanti del nostro calcio.

Dalle già epiche sfide dei tempi in cui il calcio era fatto di pionieri fino ai giorni nostri, il Derby d'Italia è sempre stata una partita ricca di contenuti, capace di catturare l'attenzione dell'intera nostra penisola e degli appassionati di tutto il mondo. La storia comincia il 14 novembre 1909, quando a Torino la Juve batte l'Inter 2-0 e si interrompe momentaneamente nel febbraio scorso, con il 2-0 infilitto dai bianconeri ai rivali allora guidati da Walter Mazzarri. Riprenderà domani, quando sulla panchina riservata alla formazione ospite prenderà posto Roberto Mancini, e come già detto sarà proprio il suo ritorno ad aggiungere ulteriore interesse a questa sfida. Uomo non particolarmente amato( eufemismo) dall'ambiente juventino, alla guida dell'Inter riuscì ad espugnare Torino già nel 2005: si giocava ancora al Delle Alpi, decisivo fu un colpo di testa di Julio Cruz. Oggi l'Inter è più in basso in classifica rispetto a quella stagione conclusa poi con terzo posto e vittoria della Coppa Italia, la Juve invece è sempre al comando, ma indovinare un pronostico è come sempre impresa ardua. Partite simili, sin da quando fu inventata la nobile arte del pallone, sfuggono spesso e volentieri a qualunque logica. Dal 9-1 subito dai nerazzurri quando mezzo secolo fa si presentarono a Torino schierando la primavera per protesta, all'impresa dei ragazzi di Stramaccioni che due stagioni addietro furono i primi ad espugnare il nuovissimo Juventus Stadium, passando per le infinite polemiche datate 1998: Juventus-Internazionale non è mai stata una gara qualunque. 

E' innegabile il fatto che questa volta l'Inter si presenterà nella tana dei campioni d'Italia da sfavorita, ma con un entusiasmo in parte ritrovato; merito del lavoro di un allenatore che conosce alla perfezione l'ambiente e anche di un mercato che, con l'arrivo del talentuoso tedesco Lukas Podolski e le voci che vorrebbero lo svizzero Shaqiri( o, in alternativa, un altro esterno di livello) a Milano nell'immediato futuro, sta restituendo ossigeno al popolo nerazzurro. Ad ogni modo, a Ranocchia e compagni servirà una prestazione perfetta per superare una Juventus forte, esperta e consapevole della propria forza come solo chi vince da anni può esserlo.

Domani, insomma, sarà ancora Juventus-Inter e l'Italia calcistica si fermerà per godersi lo spettacolo, accomodandosi chi davanti ad un televisore e chi sugli spalti dello Juventus Stadium. Non è una partita che vale un titolo, il nostro calcio ha perso un po' di rispetto nel panorama mondiale e a contorno dei novanta minuti non ci sono più le battute di due signori come Giuseppe - Peppino, pardon - Prisco e Gianni Agnelli. Ma è pur sempre il Derby d'Italia, molto più che qualche calcio ad un pallone.  

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Federico Cimatti
Studente universitario innamorato del giornalismo, il sogno è farne una professione. Il calcio ha le sue ragioni misteriose che la ragione non conosce ( Osvaldo Soriano)